Politica
Italia peggio del Venezuela, l’ideologia grillina sfavorisce l’industria
Le regole incerte spaventano gli investitori
Nel Venezuela disastrato del dittatore Nicolas Maduro le multinazionali vengono costrette ad andarsene e le industrie vengono messe in mano ad uno Stato fallimentare. Ma lì c’è una dittatura pesante.
In Italia il Governo, a trazione grillina e non più contenuto dalla Lega, sembra sempre più coerente alla sua ideologia antindustriale.
Pare si cerchi in tutti i modi ( nel caso Arcelor Mittal è palese) di non favorire le multinazionali e gli investitori in genere per avviare il paese nella ‘decrescita felice’ del guru pentastellato Beppe Grillo.
L'ideologia grillina sfavorisce l'industria
Non a caso negli anni passati più volte il comico genovese aveva immaginato, per il tribolato sito di Taranto, un visionario parco giochi pieno di futuro ma vuoto di lavoro.
Perché Grillo non si presenta adesso con le sue idee a Taranto?
Però in fondo se i cittadini della bella Taranto hanno votato in massa per i cinque stelle forse proprio tutta la colpa lui non ce l’ha.
La vicenda di Arcelor Mittal è comunque drammatica sotto molti punti di vista, ma un paio sono davvero inquietanti.
In primis l’incapacità del Governo attuale di garantire alla multinazionale franco-indiana uno scudo penale. Prima si, poi no, adesso forse, ma light.
Un pasticcio.
Sarebbe stato almeno più comprensibile non dare ad Arcelor Mittal, che vuole andarsene per diverse ragioni ( crisi dell’acciaio, errori nel piano industriale), un pretesto facile e comodo.
L'ideologia grillina sfavorisce l'industria
Secondo, il messaggio che il Paese dà ai futuri investitori stranieri è quello di non essere credibile. Oltre ad essere complicati, burocratizzati e complessi siamo pure inaffidabili. Peggio di così.
Purtroppo l’incapacità o inesperienza del M5S a gestire le criticità (che vengono da lontano), diventa sempre più evidente.
Unica ancora di salvataggio è che la realtà dei fatti è ancora più forte dell’ideologia.
Lo si è visto con la Tap, il gasdotto meridionale che fortunatamente è partito,grazie alla Lega, nonostante i grillini.
Lo si è visto con la Tav, partita nonostante fosse la madre di tutte le battaglie dei pentastellati, sempre per la ferma posizione di Salvini.
Speriamo lo si possa vedere anche adesso con il più grande stabilimento d’Europa a Taranto.
Anche perché oltre ai 10000 dipendenti fra Taranto, Genova e Novi fra un po’ arriveranno al pettine anche i nodi di un altro disastro storico, quello di Alitalia, con altrettanti lavoratori in bilico.
E’ ovvio affermare che alle industrie servono certezze, di regole e leggi e nessun spazio ad un certo tipo di ideologia. Sembrerebbe tutto il contrario di quello che, invece, vogliono gli amanti della decrescita felice.
Ed oltre alla strategia industriale che sembra non certo aiutare il nostro Paese (anche se le colpe, per onestà intellettuale, sono di tanti in lunghi anni di errori e disinteresse) anche il reddito di cittadinanza parrebbe un flop.
Il cavallo di battaglia dei pentastellati è fatto a pezzi dallo Svimez che,fotografando la debolezza del Sud, nel suo ultimo rapporto sostiene che ‘il reddito di cittadinanza invece di richiamare persone in cerca di occupazione le sta allontanando dal mercato del lavoro. La povertà non si combatte solo con un contributo monetario’.
Più di così che dire……