Politica
L'ex grillino Lucidi: "Decine di scontenti 5S. Parlo soltanto del Senato"
Intervista di Affaritaliani.it: "Stiamo ragionando con la Lega"
Intervista di Affaritaliani.it al senatore Stefano Lucidi, ormai ex M5S, che ieri a Palazzo Madama insieme a Francesco Urraro e a Ugo Grassi - oltre a Gianluigi Paragone che però ha scelto di restare nel movimento fondato da Beppe Grillo - non ha votato la risoluzione della maggioranza sul Mes.
Senatore Stefano Lucidi, lei esce dal Movimento 5 Stelle?
"Sì, Luigi Di Maio mi ha detto che devo uscire e quindi uscirò. Mi sento sostanzialmente espulso. Quindi sì, esco dal Movimento".
Sta per entrare nella Lega?
"Stiamo ragionando per capire qual è il futuro".
Quindi non lo esclude...
"Non lo escludo".
La stessa cosa vale anche per i senatori Francesco Urraro e Ugo Grassi? Anche loro sono fuori dal M5S?
"Beh, lo hanno dichiarato in Aula".
E anche loro si stanno avvicinando alla Lega?
"Anche loro stanno ragionando sul futuro. Come ho detto ieri, in questo momento non c'è spazio per fare politica nel Movimento 5 Stelle e quindi un contenitore, uno spazio, un perimetro istituzionale nel quale muoversi va trovato per forza".
Ci sono altri senatori del gruppo 5 Stelle che la pensano come voi tre?
"Il malcontento è estremamente diffuso. Se noi siamo arrivati a questo punto è chiaro che siamo degli estremisti, ma siamo anche la frangia perimetrale di una pentola che sta bollendo, quindi posso confermare un malcontento molto diffuso. Poi se riusciranno a organizzarsi o si muoveranno singolarmente non lo so".
Di che numeri stiamo parlando ? Una decina?
"Basandosi sulle votazioni per i capigruppo, sulle lettere scritte, sui documenti che circolano si parla sicuramente di decine".
Decine, ma compresa anche la Camera dei Deputati?
"No, parlo solo del Senato. Il malcontento è questo, poi bisognerà vedere se rimane tale".
Grillo, Di Maio, Fico, Di Battista. Da chi è stato maggiormente deluso?
"Non è un fatto di delusione, sicuramente non c'è stata attenzione da parte del capo politico nel prendere in mano un movimento e gestirlo come andava fatto. E' chiaro che le relazioni umane e la valorizzazione di quelle che possono essere le tue armi e i tuoi soldati andavano fatte. Sicuramente questa cosa Luigi Di Maio non l'ha fatta ed è stato un grande errore".
E' stato un errore anche formare il governo con il Pd? Era meglio tornare alle urne?
"Sono scelte dettate anche dalla situazione e dal contesto. A volte non bisogna pensare soltanto all'interesse del partito o del movimento, sicuramente il Partito Democratico è stata la forza alla quale ci siamo più opposti nel corso di questi anni. E stare al fianco di Renzi e del Pd adesso non è semplice".
E Conte, che Salvini chiama 'copia sbiadita di Monti'?
"Credo che sia un gran personaggio emerso negli ultimi anni in politica, nel bene o nel male. Si possono accettare o meno le scelte e le decisioni, però dobbiamo riconoscere che quella di Conte è una figura istituzionale importante che rimarrà nella storia politica italiana. Probabilmente la maggioranza degli italiani gli vuole ancora bene, certo poi il percorso insieme alla Lega si è interrotto bruscamente e questo ha determinato delle frizioni e delle fratture. Io lo ritengo una persona molto istituzionale e alla quale i cittadini italiani sono affezionati, una persona tecnicamente preparata che sta al posto giusto. Il problema è che quando governi non puoi accontentare tutti".
I 5 Stelle guardando all'Europa sono passati da Farage e dai gilet gialli ai liberali pro-euro e a Ursula von der Leyen...
"Qua si naviga a vista, la barca è piena d'acqua e noi tiriamo fuori secchiate d'acqua. La Lega, il Pd... Abbiamo tirato fuori di tutto, manca solo un accordo con Forza Italia".