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Politica
L'ombra dell'antifascismo maschera il vuoto programmatico del Pd

Sempre sulla passerella, l'incidente voluto dal segretario della sezione ANPI di Viterbo, con Vittorio Sgarbi: s'è rifiutato di dargli la mano perché, pur condividendo il discorso antifascista che aveva fatto, come uomo sarebbe poco serio e meno antifascista di lui. Gli ha poi mandato a dire di fare discorsi antifascisti alla Meloni, La Russa, Lollobrigida ecc... E, nel seguire tale consiglio, Sgarbi ha sfoderato un sublimato di banalità anche false, usate in forma di logica consequenziale, ha cioè formulato un sillogismo, pur di dimostrare che Meloni e governo, sono tutti antifascisti. 

Ecco l'arzigogolo: Putin ha aggredito, quindi è un fascista. La Meloni è atlantista e combatte contro Putin, ergo, la Meloni e il governo, quindi anche La Russa & C, sono antifascisti. Sulla pericolosità nel formulare simili sillogismi, tornerò, parlando di Giorgio Napolitano. Suggerirei a La Russa, puntiglio per puntiglio, di dichiarare solennemente: "Seguo il consiglio dell'ex-camerata Fini. Dichiaro che il fascismo è il male assoluto. Nessuno può essere più antifascista di me! Sei contento Romano? Però, confesso, a scuola mi piaceva e non posso dimenticare Napoleone Bonaparte. Magari avesse sconfitto i russi prima della Nato. Ora non rischieremmo le bombe russe in testa pure noi. Devo dire, perciò che sono anche antibonapartista?".

Per il 25 aprile e dintorni, quindi, aria fritta: soliti discorsi, solite risse, accuse e insinuazioni. Ma in genere, da quando è scesa in campo la Schlein, si sente aria se non di rivoluzione, di rinnovamento, insomma, d'aria fresca. La ventata d'aria fresca nel PD sta, oltre che nel rinnovato impeto antifascista rinvigorito, sia per "stuzzicare" il governo, sia per mancanza di programmi seri, nella malcelata guerra interna nel PD tra chi non vuole snaturarlo con spostamenti verso un certo tipo di sinistra dedita ai diritti civili da élite o comunque non attrattiva dei moderati e chi propone un ritorno al passato di battaglie nelle periferie (ora più occupate dalla destra sociale) e agli operai delusi e arrabbiati (come Rizzo, figlio di un operaio). L'antifascismo, arma spuntata, maschera il vuoto programmatico. Il nuovo sta nella scoperta dell'acqua che si scalda al sole, nella divulgazione di una "scienza" che era quasi sconosciuta come termine (armocromìa) ma praticata da sempre da pittori e massaie quando "si ripulivano per uscire" e, quindi, nota anche agli antichi egizi. 

La "scoperta" dell'armocromia, come nome, fa fare, però, un balzo in avanti linguistico, anche nel politichese. Per esempio, non si dirà più "Il rosso accoppiato al rosa, è un pugno nello stomaco", espressione rozza e incolta. Si dirà, alla Schlein, "Rossi e rosati? Che dissonante accoppiamento disarmocromista!"

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