Politica

L'ombra dell'antifascismo maschera il vuoto programmatico del Pd

l'opinione di Paolo Diodati

Stando sulla passerella, bisogna farsi notare, facendo a gara a chi è più sfascista.... scusate, antifascista

Si può essere fascisti, senza saperlo? E, si può essere antifascisti senza saperlo? E, fascio-comunisti alla Antonio Pennacchi? Si può, invece, addirittura essere antifascista e anticomunista, come dice d'essere la quasi totalità degli italiani, per poi ritrovarsi, ogni 25 aprile a rilitigare tra antifascisti che si comportano come fascisti (Romano) e fascisti che sono costretti a dichiarare d'essere antifascisti. Per ora dimostrerò solo che Andrea Romano, con la pretesa perentoria di sentir dire a La Russa "Sono antifascista", ha mostrato chiaramente d'essere lui un fascista. E questo perché i sillogismi alla Sgarbi, in politica, sono pericolosi.

Nell'articolo “Perché Giorgio Napolitano "non può" essere Tommaso Pignatelli” reperibile in rete, si riporta un giudizio dato alle poesie (Pe cupià o' carfio, Per imitare l'acquazzone) che venivano attribuite al giovane Napolitano, iscritto al PCI, che ha sempre negato d'averle scritte, anche quando fu eletto alla Presidenza della Repubblica, per stroncare tale voce. Il compagno Antonello Trombadori espresse sulle poesie, pur lodatissime dalla critica, questo giudizio tombale"… Le poesie di Napolitano sono le più anticomuniste che abbia mai letto". 

Napolitano, già tra i miglioristi nel PCI, fu visto, dai "fascisti del PCI, alla Romano", addirittura come un anticomunista. Con questa "logica sillogica", illogica, ma applicata: se Napolitano scrive poesie da "Signurino" romantico e non canta al ritmo cadenzato del popolo che marcia verso il Sol dell'avvenire... significa che è un anticomunista. Ragionamento identico a quello di Romano, che dà lezioni di antifascismo, con pretese da... fascista. 

Potrei parlare di tanti casi analoghi (Il dottor Zivago, La noia di Moravia ecc.…) ma avendo tirato in ballo Napolitano, preferisco concludere con alcune considerazioni su Mattarella a cui ho dedicato parecchi articoli, criticando le sue affermazioni scientifiche errate, non richieste e fuori luogo (per esempio all'inaugurazione dell'anno accademico alla Sapienza). L'ho anche definito "lo sgarrante" della Costituzione. Spero che quest'anno gli venga assegnato il premio Asino d'oro 2022, per le affermazioni scientifiche errate che ha continuato a pronunciare, andando sempre fuori dal seminato anche nel 2022. 

La povera Oriana Fallaci guardando al futuro, parlò di Eurabia e non ne era contenta. Il nostro rappresentante, sonnambulo dallo sguardo vitreo e sorrisetto mummificato, per mostrare quanto sia democratico, aperto al futuro e caritatevole, ha parlato, il 25 aprile, da vero progressista soddisfatto, di italici che magari si esprimeranno in itagliese.  So che Napolitano, con la sua puntuale vacanza estiva a Stromboli, ha amato e ama quella piccola isola, altrimenti non ci sarebbe tornato per così tanti anni. E so che apprezza molto uno scritto particolare, dedicato all'isola ("La voce dei nostri") dove per voce si intende tutto: lingua, tradizioni, storia.

Napolitano, amando Stromboli, la voce dei nostri, e quindi le nostre splendide tradizioni anche artistiche, dimostra che lui, non avendo bisogno di "apparire progressista e di sinistra", può lodare parole come queste: Globalizzando il linguaggio, vive il vincitore e stende un velo, il sudario, sul perdente. Lui spadroneggia e muore quell’universo che ha cantato il nostro Dante a Dio. Muore pure L’Infinito, ché, tradotto, non vive, non è Infinito, appunto. La morte canto io perché, globalizzando, la morte è il suo riassunto.