Politica
Liste Pd, Renzi fa fuori la minoranza. L'ingratitudine dell'Orlando furioso
Andrea Orlando e le opposizioni scompaiono dal Pd
Nacht der langen Messer, “La notte dei lunghi coltelli”.
Una delle notti più tenebrose del nazismo in cui Adolf Hitler mise in atto uno spietato regolamento di conti contro Ernst Rohm, capo delle S.A, la milizia armata del partito nazionalsocialista. In quella fatidica notte tra il 29 e il 30 giugno le SS di Heinrich Hinnler entrarono in un albergo di BadWiessee, in Baviera, dove è in corso un raduno delle SA, le camice brune, e fecero un massacro. Da allora le SA scomparvero dal Partito Nazionalsocialista.
Con toni meno epici, date diverse, ma con effetti non meno drammatici, è quello che è successo la notte scorsa al Nazareno, dove in una estenuante battaglia Matteo Renzi ha eliminato tutte le opposizioni interne.
Appurato naturalmente che Renzi non è Hitler e che il Pd non è il partito Nazionalsocialista il termine però rende bene quello che è successo.
Dalla “notte dei lunghi coltelli” del Nazareno emergono infatti distrutte le minoranze, Andrea Orlando, ministro della Giustizia, Gianni Cuperlo, Michele Emiliano, ma anche Dario Franceschini non esistono più, politicamente parlando, dentro il Pd perché i loro candidati sono ridotti ai minimi termini e marginali, il tutto per permettere a Renzi di sopravvivere in caso di débâcle elettorale.
Non mancano le incredibili sorprese “all’italiana”:
Filippo Sensi, il presunto spin - doctor di Renzi, il Grande Comunicatore che gestiva da padrone i giornalisti è candidato in ossequio alla misteriosa legge che se fai male vieni premiato.
Infatti, Filippo Sensi è il principale responsabile della catastrofe referendaria che sancì la fine di Renzi a Palazzo Chigi. Una campagna mediatica sbagliata, non calibrata, poco accorta con il costoso ingaggio del radical - chic di Jim Messina, soprannominato “il guru che fa sempre fiasco” è stata ricompensata naturalmente con l’ambito seggio.
Ma sarà poi così? Una legge irrazionale o c’è magari da tenere buoni i più stretti collaboratori?
Messo in orbita invece un altro intellettuale che di professione faceva il “giovane” (ormai non lo è più da anni): Giuliano da Empoli.
E come leggere la candidatura dell’ex condirettore di Repubblica Tommaso Cerno? Tentativo di ingraziarsi un’area abbastanza ostile o la solita legge del premio per chi non lo meriterebbe?
In ogni caso il piatto forte è totale ridimensionamento della minoranza Pd.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando è furioso e dice di aver saputo dove candidarsi solo all’ultimo momento. Lesa maestà. Niente male per uno che è nato con i Giovani Turchi come opposizione a Renzi e poi è andato al governo prima all’Ambiente e poi alla Giustizia, solo per continuare ad attaccare in completa ingratitudine Renzi suo benefattore. Almeno Matteo Orfini è stato fedele al suo nuovo leader. L’Orlando Furioso era così dentro il personaggio dell’Ariosto che ha minacciato di andarsene armi e bagagli nientepopodimeno che nella Lista di Emma Bonino, miracolata da Bruno Tabacci.
Orlando dovrebbe invece ringraziare di aver avuto un ruolo per aver azzeccato il pertugio dei Giovani Turchi, ed ora come Icaro, cerca di volare troppo alto.
Certamente il Pd non sarà più lo stesso dopo la scorsa notte e si stanno preparando grandi rivolgimenti politici nel centro - sinistra, mentre baffino D’Alema osserva sornione e come il cinese seduto sulla riva del fiume aspetta…