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Politica
La Massoneria rivuole Palazzo Giustiniani. Lettera a La Russa: "Serve accordo"
Stefano Bisi

Palazzo Giustiniani, contenzioso senza fine tra Senato e la Massoneria

Ma per ora nessuna schiarita per una vicenda complessa. Già in occasione dell'assemblea del Goi, l'8 aprile dello scorso anno, dal palco di Rimini Bisi aveva detto: "Speriamo di avere giustizia per Palazzo Giustiniani, il Tar del Lazio non ci ha dato ragione, ma neppure torto. Il 13 ottobre di quest’anno saremo davanti al Consiglio di Stato". Per il capo delle Logge "le carte parlano chiaro, a vantaggio nostro e a Palazzo Giustiniani possiamo tornare". "Lo scippo va sanato. E così sarà", aveva detto ai suoi, mostrando ottimismo. Il gran maestro faceva  riferimento all'atto di transazione del 16 novembre del 1991 che - in sintesi - stabiliva che si sanava il contenzioso aperto tra massoni e Stato, arrivando a "consentire l'uso di una limitata porzione dei locali" di Palazzo Giustiniani "per destinarli a sede del Museo storico della Massoneria italiana", dando applicazione al cosiddetto Lodo Spadolini.

Il progetto però restò sulla carta, complice anche la scomparsa dello stesso presidente del Senato Giovanni Spadolini, morto nel '94. I massoni traslocarono a villa "Il Vascello", al Gianicolo. Ma per loro la ferita resta aperta, tra carte bollate e la speranza di tornare sul "Piccolo Colle". Ora il nuovo appello a La Russa: "Spero che il presidente La Russa sia degno successore di un presidente importante come lo è stato Giovanni Spadolini, e quindi che voglia dar seguito all'accordo firmato, che ancora non è stato eseguito" conclude Bisi.

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