Politica

La Meloni pronta per Palazzo Chigi. L'ascesa della leader Fdi offusca Salvini

Alberto Maggi

Non è un caso se Fratelli d'Italia è passata dal 4,3% delle Politiche 2018 al 6,4% delle Europee 2019 fino alla doppia cifra di oggi nei sondaggi

Questa vicenda del Mes, comunque la si pensi, segna definitivamente (ma forse non ce n'era bisogno) l'ascesa di Giorgia Meloni a leader di rango nazionale che può e deve ambire al ruolo di presidente del Consiglio in caso di elezioni politiche anticipate. Una donna che studia in modo approfondito i dossier fino all'ultima virgola, che non si perde in comizi buoni per la diretta televisiva e via web quando interviene alla Camera entrando direttamente nel cuore del problema con competenza e serietà inchiodando gli avversari politici con i fatti e non con gli slogan.

D'altronde non è un caso se Fratelli d'Italia è passata dal 4,3% delle Politiche 2018 al 6,4% delle Europee 2019 fino alla doppia cifra di oggi nei sondaggi, sfiorando l'11% e doppiando ormai Forza Italia. Che si parli di immigrazione, Europa, tasse o giustizia la Meloni ha sempre e comunque l'approccio pragmatico e mai ideologico. La leader di FdI - ed è il merito principale - può orgogliosamente e a ben ragione guardare in faccia Matteo Salvini e Silvio Berlusconi e rivendicare la forza della propria coerenza, che come si vede alla lunga paga.

La Lega si è presentata con il Centrodestra e ha governato un anno abbondante con i 5 Stelle, l'ex Cavaliere ha fatto il Patto del Nazareno e ha sostenuto Enrico Letta premier con il Pd, la Meloni si è sempre attenuta al mandato popolare ricevuto nelle urne. Una virtù rara oggi, specie nella politica del trasformismo e dei voltagabbana. Il sovranismo oggi non è più solo quello del Carroccio e del Capitano, ormai è a due voci. E la voce della Meloni - che sul Mes ha avuto la forza di mettere insieme l'opposizione di Centrodestra scrivendo una risoluzione unitaria - rischia perfino di offuscare quella di Salvini. Forse in Via Bellerio dovrebbero iniziare a preoccuparsi della concorrenza che arriva da destra.