Politica
La minoranza Pd lascia il tavolo del partito sulle riforme
Riforme costituzionali in Aula presto e senza relatore. E' l'ipotesi che in Senato si fa strada, in ambienti della maggioranza. Gia' domani, si apprende, potrebbe essere convocata una conferenza dei capigruppo in cui avanzare la richiesta di calendarizzazione. Una volta all'esame dell'assemblea la valutazione di ammissibilita' sugli emendamenti che verranno presentati sara' compito della presidenza del Senato. Il governo avrebbe chiesto, riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, di accelerare sull'iter.
La minoranza Pd lascia il tavolo del partito sulle riforme - La senatrice della minoranza Pd Doris Lo Moro ha lasciato il tavolo del partito sulle riforme. Si e' su un 'binario morto', ha osservato, secondo quanto si apprende: non si discute ne' di articolo 2 ne' di competenze, funzioni e garanzie del nuovo Senato.
La parlamentare ha lasciato la riunione con il ministro Maria Elena Boschi e i capigruppo di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda, per andare a una riunione della minoranza democratica durante la quale ha detto: "Siamo a un binario morto, a quel tavolo non si discute né di articolo 2 né delle funzioni del Senato".
La minoranza del Pd è intenzionata a mantenere gli emendamenti ribadendo che deve essere garantita l'elezione diretta dei senatori con un intervento sull'articolo 2 del ddl Boschi. Insiste poi su garanzie del Senato e funzioni delle regioni nel Titolo V.
A seguito dell'abbandono, la senatrice Lo Moro ha fatto sapere di non voler più partecipare alle riunioni con governo e capigruppo perché "non si sta discutendo di nulla". Non solo non si è toccato l'articolo 2 - sarebbe stato lo sfogo - ma nemmeno l'articolo 1 sulle funzioni del nuovo Senato.
A quanto pare, la minoranza dem la sostiene in questa scelta: Lo Moro, infatti, partecipava al tavolo in qualità di capogruppo Pd in commissione ma è anche firmataria del 'documento dei 25'. La minoranza intanto si è riunita a Palazzo Cenci e ha rilanciato le sue richieste di modifica alla riforma costituzionale su quattro punti: elezione del Senato, funzioni, organi di garanzia e federalismo.