Le lacrime della sindaca di Quarto come quelle di Occhetto alla Bolognina
Ci hanno molto colpito le lacrime della Sindaca di Quarto, donna Rosa Capuozzo, frettolosamente espulsa dal "partito dei cittadini", il M5S, in questo caso poco attento proprio alle esigenze degli elettori, che hanno affidato non a Roberto Saviano, ma agli attuali amministratori la soluzione dei loro tanti problemi.
Quel pianto ci ha ricordato la commozione di Achille Occhetto, 24 anni fa. Alla Bolognina l'allora segretario del PDS ammise che anche alcuni esponenti del "partitone rosso" di Enrico Berlinguer- il primo, lucido assertore della "questione morale"-erano coinvolti nell'inchiesta "Mani pulite" di Di Pietro.
Oltre a ricordare Robespierre, ghigliottinato da rivoluzionari più inflessibili di lui, la "tragicommedia" campana ha presentato i cancri più diffusi della crisi del Sud : i ricatti reciproci, il nepotismo, le intimidazioni telefoniche, il clientelismo, che sono anche i "valori" di riferimento dei clan della camorra, in allarmante ascesa.
Sul "Cln antimafia", auspicato dal "Corriere della Sera", tuttavia, non concordiamo. Il consociativismo, gli inciuci, il trasversalismo, i ribaltoni sono tra le più dolorose ferite del Mezzogiorno.
Contro questi aspetti, deteriori, di quella che, qualche anno, fa ebbi a definire la "questione immorale" del Mezzogiorno, sono indispensabili e utili, nella società, sui media, nella Chiesa e nelle istituzioni, voci autorevoli, libere, autonome dai partiti, che intervengano, con proposte, critiche e denunce, ogni volta che i Sindaci e gli assessori si impegnino non per risolvere i drammatici problemi, indicati agli elettori, ma solo al fine di restare asserragliati nelle stanze del potere.
Già in altre occasioni, non solo sotto il Garigliano, anche in situazioni di emergenza, si è compreso che la strada maestra, da percorrere, non può essere la sospensione, seppure temporanea, delle regole istituzionali, della dialettica democratica e del confronto tra maggioranza e opposizione.
Pietro Mancini