Politica

"Lo Stato è al servizio dell'uomo". La 'lezione democristiana' di Conte

Avellino, il premier alla commemorazione per il centenario della morte di Fiorentino Sullo. Foto-video

L'Inno di Mameli, eseguito dagli studenti dell'Istituto comprensivo Paolo Emilio Imbriani, e il Tricolore proiettato, con un gioco di luci, sullo schermo del Teatro Gesualdo di Avellino hanno dato il benvenuto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in occasione della cerimonia di commemorazione per il centenario della morte del parlamentare della Democrazia Cristiana ed ex ministro Fiorentino Sullo. Teatro stracolmo di giovani e di ragazzi.

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Ad accogliere Conte un applauso e numerosissimi video e fotografie scattate con gli smartphone. Ad ascoltare la lectio magistralis del presidente del Consiglio tanti volti noti dell'ex Dc, soprattuto irpina. Tra questi Ciriaco De Mita, Gerardo Bianco, Giuseppe Gargani, Gianfranco Rotondi, presidente della fondazione Fiorentino Sullo, Ortenzio Zecchino, Nicola Mancino e l'attuale sindaco di Benevento, Clemente Mastella. Tra gli ospiti anche l'avvocato Roberto Fusco, vicepresidente nazionale degli avvocati civilisti (Camere Civili). Presente anche Achille Colombo Clerici.


In platea, oltre al sindaco di Avellino Gianluca Festa e numerosi suoi colleghi dell'Avellinese, anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e numerosi parlamentari del Movimento cinque stelle eletti nel territorio locale. Oltre al premier, sul contributo dei cattolici alla stesura della Costituzione hanno parlato Gerardo Bianco e Gianfranco Rotondi. Il tutto dopo i saluti del sindaco di Avellino e del presidente della Provincia.

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A De Mita, prima dell'inizio della cerimonia, i cronisti chiedono se Conte possa essere considerato un erede della scuola Dc "No", replica De Mita, che poi aggiunge: "Quando i politici fanno le cose buone si dice che sono democristiani, è un criterio che non mi piace".

Conte, da cattolici contributo decisivo a Carta e democrazia - "Quello dei cattolici fu certamente un contributo decisivo, non solo perche' la democrazia cristiana era l'aggregazione politica piu' numerosa presente in Assemblea costituente, ma soprattutto perche' quelle donne e quegli uomini, pur mostrando diverse sensibilita', seppero esprimere, negli anni decisivi della ricostruzione, una vivacita', addirittura un'originalita' di pensiero e di elaborazione politica, giuridica, economica tale da imprimere un indirizzo decisivo al lavoro costituente". Lo afferma il premier Giuseppe Conte intervenendo alla cerimonia per ricordare Fiorentino Sullo. "Possiamo affermare che il ruolo dei cattolici, prima ancora che nella definizione dei contenuti del testo, fu determinante nel porre un primo, decisivo interrogativo: quale Costituzione per la nascente Repubblica? Grazie anche all'apporto di costituzionalisti di assoluto valore, come Costantino Mortati e Emidio Tosato, i cattolici si posero innanzitutto il problema di superare le Costituzioni liberali e ottocentesche", spiega Conte nella sua lectio magistralis. "Le Costituzioni liberali del XIX secolo erano costituzioni brevi, perche', al di la' del riconoscimento di alcuni circoscritti diritti di liberta', si limitavano a ricomprendere - come scriveva Jellinek - "le norme che designano gli organi supremi dello Stato e determinano il modo della loro creazione, i loro reciproci rapporti, la loro sfera di azione e inoltre la posizione fondamentale dell'individuo di fronte al potere statale". Per i cattolici, invece, la Costituzione avrebbe dovuto svolgerne una ben altra e piu' importante funzione, quella di contenere in se' i valori nei quali tutti i cittadini, al di la' delle divisioni politiche e ideologiche, potessero riconoscersi, la visione del mondo sulla quale la comunita' politica avrebbe formato un consenso unanime e duraturo", spiega.

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Conte,ogni modifica Carta va fatta senza alterarne equilibri - "Dobbiamo riconoscere che i costituenti cattolici offrirono al dibattito costituzionale un contributo di equilibrio e di sensibilita' istituzionale, che condusse alla definizione di un avanzato e raffinato sistema di checks and balances. Ancora oggi, pur nella consapevolezza di dover intervenire su alcuni istituti, al fine di rendere il sistema piu' efficiente nel suo complesso e allo scopo di avvicinare quanto piu' possibile i cittadini alle Istituzioni, occorre non alterare quel delicato equilibrio". Lo afferma il premier Giuseppe Conte intervenendo alla cerimonia in onore di Fiorentino Sullo. "Ogni intervento di revisione costituzionale presuppone, infatti, un'attenta verifica degli effetti che esso puo' produrre sul sistema istituzionale nel suo complesso", spiega il premier.

Conte, Stato deve avere uomo a centro, antidoto totalitarismi - "L'errore piu' esiziale che puo' compiere lo Stato - e' la tesi del personalismo cattolico - e' proprio quello di considerarsi un tutto, "il tutto" della societa' politica. Al contrario, la struttura dell'ordinamento deve essere completamente rovesciata. Essa si manifesta come una piramide rovesciata, con l'uomo al vertice e lo Stato al suo servizio: "Lo Stato per la persona e non la persona per lo Stato". Solo questa profonda "sacralizzazione" dell'uomo, a cui corrisponde una altrettanto radicale "desacralizzazione" dello Stato, puo' costituire l'antidoto ai totalitarismi, di qualsiasi matrice, che possono manifestarsi in campo politico, ma anche - forse oggi piu' diffusamente e con maggiore insidie - in campo economico." Lo afferma il premier Giuseppe Conte nella sua lectio magistralis alle celebrazioni in memoria di Fiorentino Sullo.

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Governo: Rotondi, Conte sia testimone nuova era solidarieta' - I cattolici in politica "sono bisognosi di un riferimento, e in questi mesi abbiamo Conte che parlava di La Pira, poi di Moro, fino alla sera del giorno della fine del governo quando Conte e' andato a trovare Maria Romana De Gasperi. Conte e' un maestro, sia che sia premier sia no, e non nego che nei giorni successivi" alla crisi, "abbiamo fatto qualcosa perche' restasse premier, e se necessario, faremo ancora perche' resti premier a lungo". Lo afferma Gianfranco Rotondi, nel discorso di saluto all'evento organizzato dalla Fondazione Sullo che vede il premier come ospite. "Lei deve costruire attorno a se' una solidarieta' nazionale ampia, deve sentire i suoi predecessori, da Letta a Gentiloni, da Berlusconi a Renzi, tutti. Il Paese vuole sentire forte una nuova stagione di solidarieta', l'augurio e' che sia lei il testimone di questa stagione", sottolinea il parlamentare Fi.