Liberi e Uguali verso il Congresso
Roberto Speranza spera di risorgere dal flop elettorale
Leu è stato un fallimento elettorale. Il 3.39% alla Camera e il 3.28% al Senato con solo 14 deputati e 4 senatori eletti, dopo gli sfracelli promessi in campagna elettorale con l’ambizione dichiarata di costituire la “nuova sinistra” italiana, quella fuoriuscita da dal Pd renziano.
Discorso vecchio di algebra politica che si ripete ad ogni tornata elettorale e che serve, in definitiva, solo a mandare (quando ci si riesce) qualche maggiorente nelle istituzioni, altro che progetto strategico.
Ma veniamo alla geografia politica.
Liberi e Uguali è costituito, a sua volta, da tre piccoli raggruppamenti: Articolo 1 Movimento Democratico e Progressista (Roberto Speranza), Sinistra Italiana (Nicola Fratoianni) e Possibile (Giuseppe Civati).
Roberto Speranza qualche giorno fa ha indetto una riunione, chiamata significativamente Restart dopo la batosta subita, che ha visto la partecipazione anche di una delegazione della minoranza del Pd composta da Gianni Cuperlo e Andrea Orlando, con quest’ ultimo che sta facendo il giochetto di tenere il classico piede in due staffe per poi tentare la scalata alla segreteria del suo partito o quantomeno continuare a logorare Matteo Renzi, che viene criticato ogni volta possibile.
Nella migliore tradizione staliniana, Roberto Speranza ha poi lanciato il solito affondo - minaccia: se Leu non lascerà la forma movimentista e si trasformerà in partito, MDP che è l’azionista di maggioranza, indirà un suo congresso e ognuno andrà per la sua strada visto che, per ora, Leu non è andato effettivamente al di là di un listone elettorale guidato da Pietro Grasso, ex presidente del Senato, e con l’ingombrante presenza di Laura Boldrini, ex presidente della Camera famosa per le sue inutili battaglie semantico - sessiste e contro la libertà del web.
La speranza di Speranza (gioco di parole voluto) è quella di forzare l’assemblea nazionale di Leu con una data che già gira, e cioè il 26 maggio, per poi definire un percorso congressuale che, con i tempi che corrono -se mai si realizzerà-, assomiglierà a quelle patetiche assemblee di reduci dell’Unione Sovietica in tenuta garibaldina.