Politica
Lombardia 2023, con Moratti presidente Renzi prepara l'Opa sul Pd
Il leader di Italia viva Matteo Renzi ha accolto le dimissioni di Letizia Moratti in Lombardia come "un fatto di grandissimo rilievo"
In tutto questo ieri è piombato Matteo Renzi che ha dichiarato sulla vicenda Moratti: «un fatto di grandissimo rilievo, politicamente parlando. Cosa farà il Terzo polo, lo deciderà la federazione Azione-Italia viva. Quella di Moratti è una operazione culturale interessante. Se io fossi il segretario del Pd chiamerei Moratti e le direi andiamo insieme. Questo se il Pd avesse voglia di vincere, ma il Pd di Letta voglia di vincere non ce l’ha».
La frase “se fossi il segretario del Pd chiamerei la Moratti e direi andiamo insieme” ha però messo in allarme il Pd stesso che sta già preparando le elezioni lombarde e non sembra volerne sapere di una “papessa nera” e scusate il gioco di parole. La bocciatura è venuta poco dopo da Simona Malpezzi capogruppo dem al Senato:
«Letizia Moratti è una donna di centrodestra e noi lavoriamo per un candidato che sia espressione di chi ha contrastato quel modello politico. Dobbiamo lavorare per costruire una coalizione ampia di centrosinistra e in Lombardia lo stiamo facendo da tempo. Letizia Moratti è stata espressione del governo che abbiamo contrastato con forza» ma anche Marco Richetti, presidente di Azione, non sembra averla presa bene:
«Non è la nostra candidata. Noi salutiamo con favore ogni volta che qualcuno lascia una amministrazione» della quale non condividiamo l’azione ma non è la candidata, la candidatura la decideremo insieme come federazione nelle prossime settimane». Più possibilista Calenda: «Noi siamo il centro, il Pd deve decidere se guardare verso il centro o verso il M5S. Io parlo con Enrico Letta, mi pare che il Pd non abbia un’esclusione sulla Moratti. Se si raggiunge un accordo si raggiunge, altrimenti no. Voglio vedere che succede nel complesso delle amministrative». In ogni modo, Renzi ha segnato un punto a suo favore perché nell’opinione pubblica lo si è percepito quasi come fosse il vero segretario del Pd, e questo potrebbe anche avere un significato strategico e non solo tattico, in vista del futuro.