Politica
M5S propone il salario minimo legale. Sindacati e Confindustria non ci stanno
Prosegue l’anomalia-alchimia tra Sindacati e Confindustria, nel lottare contro le politiche del Governo e, contro i diritti sociali dei lavoratori
DDL dignità, Quota 100, Reddito di Cittadinanza, ora il Salario Minimo Legale, tutti provvedimenti per cui, dopo l’era montiana e renziana, avrebbero dovuto stappare bottiglie di Champagne nelle sedi Sindacali di tutta Italia. Invece, a sorpresa e con un po’ di sdegno, si scopre che le Confederazioni dei lavoratori e le organizzazioni datoriali, lottino entrambe contro le misure sociali dell’Esecutivo.
Può bastare davvero l’antipatia umana e politica su M5S e Lega, perschierarsi contro misure di assoluto buon senso e soprattutto diaumento delle tutele? Lottare (si fa per dire) contro la legge Fornero e lottare contro il meccanismo che la smonta, ha qualcosa di schizofrenico, o a pensar male, di opportunistico ed in mala fede.
Il Movimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge per definirefinalmente nel nostro Paese un salario minimo, sotto la cui soglia il lavoronon possa e non debba essere retribuito. Si pensa a 9 euro lorde l’ora, espunte dagli oneri previdenziali e sociali. E, posta questa asticella, si svela che 2,9 milioni di lavoratori avrebbero un aumento in busta paga di 1.073 euro all’anno, e che oggi il 20% dei lavoratori si trovi al di sotto di questa soglia.
Apprendisti, operai, nei servizi d’alloggio e di ristorazione, supporto alle imprese, e poi un quinto delle donne lavoratrici ed in generale un terzo dei giovani under 29. Per non parlare di interi settori, come quello dei call center o delle baby sitter, che si stabilizza notevolmente sotto questa cifra. Oggi molti che lavorano, hanno un reddito, ed impiegano la propria giornata in maniera produttiva, si trovano in soglia di povertà relativa. Una situazione indegna, indecorosa, nessuno con un contratto di lavoro tra le mani o con una occupazione, dovrebbe vivere di stenti.
S’è specificato che questo provvedimento integrerà e non sostituirà i Contratti Collettivi nazionali di settore, semplicemente inserisce un minimo tabellare anche per quei mestieri in cui non vi è un vademecum di categoria.
Se tuttavia l’opposizione degli Industriali si può comprendere – ma non condividere – volendo pagare la manovalanza il meno possibile, quella dei sindacati risulta stucchevole e parassitaria. Temono le OO.SS. di perdere centralità, di perdere ruolo ed iscritti, non si accorgono però che questa è già la fotografia odierna della situazione e che, se avessero fatto bene il loro mestiere, non saremmo qui a discutere di buchi neri nel mondo dell’occupazione.
Twitter @andrewlorusso