Politica
M5s, Roma come Calcutta affoga nei rifiuti. La stampa estera boccia la Raggi
"La Capitale mai così sporca" tuonano Oltralpe e, mentre Roma attende Renzi e "le magliette gialle", se ne va un'altra manager Ama
"Roma non è mai stata così sporca" esordisce il francese Nouvel Observateur. "Cassonetti straripanti e, soprattutto, sacchetti di plastica maleodoranti (con una temperatura che va dai 23 ai 25 gradi a metà giornata)". "Una città del terzo mondo che assomiglia a Calcutta [...] Neanche nel Dopoguerra, quando si vedevano ancora passare le pecore a Piazza del Popolo, Roma offriva un simile spettacolo".
Non ci va giù leggera la giornalista Marcelle Padovani, storica corrispondente dell'Obs, che - da italiana d'adozione qual è - dev'essere tanto affranta quanto i romani veraci nel tracciare questo tragico ritratto della Città Eterna. Un ritratto che culmina in una sentenza senza appello: la responsabile numero uno del disastro è lei, Virginia Raggi, "che in un anno da sindaca del M5s non ha preso una sola decisione al riguardo".
L'articolo impietoso del Nouvel Observateur arriva pochi giorni dopo quello altrettanto duro del New York Times firmato dall'editorialista Frank Bruni (un altro italo-americano), che nella sua disamina parla del degrado generalizzato e, con un'icastica metafora, paragona la Capitale allo scenario di un film horror di Alfred Hitchcock, Gli Uccelli, con i gabbiani che si avventano sui piccioni già a loro volta attaccati dai corvi, attirati - tutti quanti - dalla pattumiera a cielo aperto che è diventata Roma, ormai pascolo di cinghiali e culla di vipere. Quelle vere, non quelle metaforiche che si dilaniano in Campidoglio nelle eterne faide tra correnti.
Se l'americano Frank Bruni intervista Massimiliano Tonelli, direttore di Artribune e uno dei fondatori della popolarissima pagina Roma fa schifo in cui si evidenziano giornalmente, e con dovizia di particolari, i disastri dell'Urbe e dell'amministrazione pentastellata, la francese Marcelle Padovani si affida alla voce di Chicco Testa, il quale smonta l'ipotesi del complotto dei rifiuti, seguita a quella dei frigoriferi, dichiarando che: "Non esiste alcun complotto e quindi alcun mistero riguardo ai rifiuti romani: è semplicemente il risultato di una profonda incompetenza".
Marcelle Padovani ricorda l'operazione di Matteo Renzi di ripulire la Capitale con il suo esercito di "magliette gialle". Un'iniziativa, il cui solo annuncio, ha spinto la sindaca pentastellata a far fare gli straordinari all'Ama facendo rimuovere - come annuncia un comunicato trionfale sul sito del Comune di Roma - 3355 tonnellate di rifiuti in sole 24 ore, che vanno ad aggiungersi alle 3700 del giorno precedente. Settecento tonnellate in più rispetto al volume solito... In soldoni, Matteo Renzi è riuscito, con il solo annuncio di voler pulire la città, a destare la sindaca dal torpore e a eliminare i rifiuti in fretta e furia per non ammettere l'emergenza "mondezza", sminuita (poco convintamente) anche dall'assessora all'Ambiente Pinuccia Montanari, in un video improvvisato che ha scatenato l'ilarità della rete. "Ci voleva l'annuncio di Renzi per far pulire Roma" è la frase che dilaga nei quartieri della Capitale, le cui periferie affogano nei rifiuti, come ricordano tristemente il NYT e il Nouvel Observateur.
E intanto, in sordina, se ne va un'altra manager dell'Ama, l'azienda municipalizzata che si occupa dello smaltimento dei rifiuti a Roma. Antonella Giglio, reclutata nel novembre del 2016 in sostituzione di Alessandro Solidoro, doveva restare in carica per tre anni ma qualcosa è andato storto. La Giglio, ritenuta tra i responsabili del disastro che ha coinvolto l'Ama, ha dato le dimissioni, poi ritirate nel momento in cui - come riporta Il Messsaggero - si è accorta di non ricevere la buonuscita desiderata. Una vicenda che, comunque finirà, avrà ripercussioni costosissime per i romani.
E così, mentre la giunta Raggi perde un altro pezzo, l'ennesimo, i giornali stranieri massacrano Roma con un incalcolabile danno d'immagine, specie visto l'arrivo imminente della bella stagione, e le relative tristi e negative conseguenze per il turismo. Sì, la Raggi avrà anche rinunciato ai Giochi Olimpici, ma ormai una cosa è certa: per gli osservatori stranieri Roma ha già vinto a mani basse le "Olimpiadi della Mondezza".