Politica
Manovra, Giorgetti verificherà "la praticabilità" delle richieste di modifica "condivise da tutti". L'accordo nel Cdx
I leader della maggioranza si incontrano a casa della premier Meloni e trovano l'intesa. Poi ribadiscono ancora i danni del Superbonus che "nel 2025 graverà sulle casse dello Stato più dell’intera manovra"
Manovra, il governo punta a qualche modifica in Parlamento. L'accordo tra i ledaer e il "mandato" a Giorgetti
Il governo ha trovato l'intesa per le modifiche alla manovra finanziaria. Dopo settimane di discussioni e puntualizzazioni sulle misure necessarie, arriva l'accordo. La premier Meloni ha invitato a casa sua a Roma i due vicepremier Salvini e Tajani, Maurizio Lupi e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. I leader della maggioranza di governo si sono visti per un classico "apericena" in cui si è discusso delle misure necessarie per la legge di Bilancio, prima del voto del Parlamento. Risultato: qualche ritocco alla manovra - riporta Il Corriere della Sera - ci sarà e riguarderà in particolare il blocco del turn over per le forze dell’ordine, le politiche sociali e le imprese, a partire dall’Ires premiale. Il vertice di maggioranza si è concluso con una nota di Palazzo Chigi: "Il proficuo incontro ha riscontrato la piena condivisione di vedute a sostegno di una manovra che guarda alle esigenze del sistema sanitario, di famiglie, lavoratori e tessuto produttivo". Il governo si impegna ad ascoltare "con attenzione le proposte migliorative" del Parlamento "nel rispetto di una legge di bilancio seria e con la dovuta attenzione ai conti pubblici".
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Colpisce - prosegue Il Corriere - la formula "i leader hanno dato mandato al ministro Giorgetti di valutare, alla luce delle coperture necessarie, la praticabilità di alcune proposte di modifica condivise da tutte le forze politiche di maggioranza". La lista degli emendamenti, intanto, si allunga: finora sono 220 quelli segnalati dai partiti, che nei prossimi giorni saranno messi ai voti. FdI punta a superare il limite del 20% dei contratti a termine aperti dalle Pa, la Lega vuole l’estensione della flat tax e più fondi per il ponte sullo Stretto mentre FI il taglio dell’Irpef e la web tax, la tassazione delle attività digitali.
I leader della maggioranza hanno anche affrontato la questione relativa alla sostituzione del ministro Fitto, che diventerà vicepresidente dell'Ue. Con la sua nomina, le deleghe dell’ex ministro (Pnrr, Affari Ue, Coesione e Sud) potrebbero essere divise in due pacchetti. Quella al Pnrr rimarrebbe a Palazzo Chigi, gestita dai due sottosegretari di FdI Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. Per gli Affari Ue potrebbe bastare un sottosegretario: da FdI chiariscono che il nome verrà comunque dal partito della leader.