Politica
Mario Draghi e Janet Yellen: la nuova vita di due ex governatori
Draghi, talento di via Nazionale a Palazzo Chigi e Janet Yellen, prima donna al Tesoro negli Usa, sono di nuovo sulla stessa barca tra crisi e incertezze
Mario Draghi e Janet Yellen: la nuova vita di due ex governatori
Mario Draghi, capomastro della ricostruzione monetaria europea, talento di via Nazionale a Palazzo Chigi, dopo Carlo Azeglio Ciampi, e Janet Yellen, prima donna al Tesoro negli Stati Uniti, hanno di nuovo qualcosa in comune. Da ex banchieri centrali entrambi, si trovano ora al governo durante la pandemia, con una crisi senza precedenti da "sistemare" e dinamiche economiche e occupazionali da "salvare". Non sono più i padroni della politica monetaria, non hanno più la catapulta del denaro, ma nelle loro mani c’è la politica fiscale, ovvero l'azione di governo.
I due ex governatori più potenti del mondo, al timone di Federal Reserve e Banca centrale europea durante la grande crisi finanziaria, si conoscono bene e nelle prossime settimane si faranno le congratulazioni per la nuova vita. Le loro strade continuano ad incrociarsi, sono di nuovo sulla stessa barca, tra crisi economica e incertezze politiche.
Mario Draghi e Janet Yellen: la popolarità negli Usa
A Jackson Hole, il tradizionale simposio organizzato dalla Fed di Kansas City, sostennero in tandem la necessità di continuare con gli stimoli espansionistici e avvertirono contro i rischi della deregulation in campo finanziario. Lei ereditò e ampliò il Quantitative Easing del predecessore Ben Bernanke. Il "Whatever it takes" di Mario Draghi, la storica frase del luglio del 2012, è diventata sinonimo di sostegno delle banche centrali, oltre che una voce della Treccani.
I mercati e la stampa americana brindano all'incarico a "Super Mario", "l'uomo che ha salvato l'euro", chiamato a traghettare l'Italia fuori dalla crisi. Mario Draghi è molto popolare negli Stati Uniti. Le sue conferenze al Fondo monetario internazionale da presidente dell'Eurotower, erano in assoluto le più affollate, con posti in piedi e giornalisti in fila fuori dalla porta. In fondo, viene considerato il più americano dei banchieri europei. È stato vicepresidente di Goldman Sachs dal 2002 al 2005. La sua educazione ha una casella al Massachusetts Institute of Technology (Mit), con Franco Modigliani (poi Nobel per l'Economia) e Stanley Fisher, futuro capo della Banca centrale d'Israele. Con Washington ha una linea telefonica diretta e presto ci sarà un colloquio con la Casa Bianca.
Mario Draghi e Janet Yellen: salvare l'Italia, whatever it takes
Negli Stati Uniti Draghi piace a tutti, dalla democratica Yellen al presidente dell'America First, Donald Trump. Pentito di aver nominato Jerome Powell alla guida della Fed, The Donald proverbialmente disse (nel giugno del 2019) che sarebbe stato meglio per gli Usa avere Mario Draghi. America, Europa. Nel 2011, durante il G-20 di Cannes sulla crisi finanziaria, Draghi affrontò una notte drammatica, al fianco di Barack Obama che consolò la cancelliera Angela Merkel in lacrime. Eravamo ad un passo dalla rottura dell'Eurozona. "Draghi aiuta la campagna di Obama" titolava il Financial Times il 6 settembre del 2012 alla vigilia delle elezioni americane, spiegando che le chance di conferma del presidente Usa erano salite proprio grazie alle parole del banchiere centrale europeo. A Washington e a Bruxelles la speranza ora è che "Super Mario" salvi l'Italia come ha salvato l'euro, "Whatever it takes".