Politica

Mattarella: "Gli euroscettici risvegliano senso di appartenenza all'Ue"

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervistato da Politique Internationale: "euroscettici risvegliano senso di appartenenza all'Ue"

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una intervista a Politique Internationale.

"I temi della campagna rispecchiano sempre meno le questioni nazionali. La gente si interessa sempre più a ciò che accade negli altri paesi dell’Unione ed è consapevole di condividere un destino comune. Lungi dal provare estraneità, come vorrebbero far credere alcuni, gli europei provano un senso di appartenenza crescente. E paradossalmente, all’origine di questo rinnovato interesse vi sono i movimenti euroscettici. A forza di denigrare le istituzioni e le politiche europee, sono riusciti a mobilitare nuovamente gran parte della popolazione".

Il presidente Mattarella risponde anche ad una domanda sulla solidarietà tra i popoli europei e sull’ondata di immigrazione in Italia.

"Questo problema deve essere affrontato di petto adottando una politica europea comune. Non possiamo ignorarlo né fingere che non esista. Si tratta di una questione che chiama in causa la coscienza europea" afferma il Capo dello Stato.
"Che la solidarietà sia mancata è un fatto di cui non si può che prendere atto".   

Per Mattarella "la maggior parte dei governi ha reagito in funzione di preoccupazioni elettorali interne, e ciò ha impedito loro di dare una risposta comune a questo fenomeno senza precedenti. Naturalmente, non è stato così in tutti i paesi. La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha dato prova di un notevole coraggio, anche sul piano elettorale. Altri si sono rifiutati di fare checchessia".    "In ogni caso - prosegue il Capo dello Stato - questo episodio ha mostrato la necessità di una risposta collettiva alla tratta di esseri umani. Tale risposta deve poggiare sull’apertura di vie regolari di accesso all’Europa e richiede un impegno molto saldo e immediato al fine di garantire lo sviluppo dei paesi da cui provengono i flussi migratori. Ciò che stiamo facendo è ancora insufficiente, e ciò che abbiamo fatto per l’Africa è del tutto inadeguato. Da qui a trent’anni, gli africani saranno 2 miliardi e mezzo, a fronte di 700 milioni di europei".