Politica
Mattarella in Cina: l'Italia rientra a Pechino dalla porta principale
Il viaggio del Capo dello Stato serve a ribadire che l'Italia non può fare a meno della Cina. Le dieci intese sottoscritte con Xi e lo "spirito della Via della Seta"
Mattarella in Cina: l'Italia rientra a Pechino dalla porta principale
Sembra passata un'era geologica da quando Giorgia Meloni decideva di non rinnovare l'accordo tra Italia e Cina relativo alla permanenza di Roma nella Nuova Via della Seta, e di allontanarsi da Pechino. Oggi, a distanza di un anno, il governo italiano ha completato la sua personalissima inversione a U rientrando nella Città Proibita dalla porta principale. Il motivo? Impossibile fare a meno del gigante asiatico. Lo ha fatto capire chiaramente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, appena atterrato in Cina per un tour istituzionale di sei giorni. “Sono in corso grandi cambiamenti nel mondo. Cambiamenti intensi, profondi e veloci. Per affrontarli al meglio è necessario un clima di concordia per un esame comune. Anche per questo è importante che ci siano rapporti bilaterali, e per l’Italia la Cina è un protagonista fondamentale”, ha dichiarato Mattarella poco prima di incontrare Xi. Che, dal canto suo, si è mostrato più che disponibile a tendere la mano al partner, non solo economico ma anche culturale, italiano: “La sua visita è un’occasione per infondere energia più dinamica nei rapporti bilaterali, per un nuovo punto di partenza”.
La nuova era dei rapporti diplomatici tra Italia e Cina
Quest'anno ricorre il ventesimo anniversario della creazione del Partenariato strategico globale tra Cina e Italia. È da qui - e sulle fondamenta gettate da Meloni nella sua precedente visita oltre la Muraglia - che Mattarella e Xi sono partiti per costruire la nuova era delle relazioni sino-italiane. I due Paesi avevano già pubblicato un piano d'azione per rafforzare il citato Partenariato e concordato di sostenere lo “spirito dalla Via della Seta”, nonché di promuovere le relazioni bilaterali per entrare in una fase di sviluppo 2.0. Accanto all'economia c'è anche la cultura che lega Italia e Cina. Nel 2024, infatti, ricorrono i 700 anni della morte di Marco Polo, uno dei primi ad avvicinare i Paesi orientali e le civiltà occidentali. Mattarella ha quindi fatto leva su questo per spiegare a Xi che il dialogo interculturale è la base di una qualsiasi conoscenza reciproca, necessaria per creare rapporti solidi e duraturi tra Stati e popoli.
Lo spirito della Via della Seta e gli equilibri geopolitici
In termini più concreti che cosa comporta la visita di Mattarella in Cina? Si parte, come detto, dallo spirito della Via della Seta. Una perifrasi, in sostanza, per riabilitare la Nuova Via della Seta senza farne parte per evidenti motivazioni geopolitiche. Detto altrimenti, Roma ha lasciato intendere a Pechino di non poter essere coinvolta in un progetto del genere – troppo geopolitico, troppo strategico – senza dover fare i conti con i malumori degli alleati Nato e G7 (Usa in primis). In ogni caso, e qui arriviamo alle visite di Meloni e Mattarella, il governo italiano ha capito che si può comunque stringere un rapporto pragmatico con la Cina nel nome di una sorta di cooperazione win-win (ecco lo spirito sopra citato). Se questo è il contorno, i piatti forti sono due: il Partenariato Strategico Globale, un contenitore enorme da arricchire di temi e spunti (dalla cooperazione green alla lotta contro il cambiamento climatico, dall'hi-tech al turismo); e la cultura, un capitolo a parte che comprende il dialogo universitario e non solo.
Le dieci intese firmate da Cina e Italia
Cina e Italia hanno firmato dieci intese. Di che cosa trattano? Troviamo un programma esecutivo di collaborazione culturale per gli anni 2024-2028 tra il ministero degli Esteri italiano e il ministero della Cultura, quindi un protocollo d'intesa tra il ministero italiano dell'Università e della Ricerca e il ministero dell'Istruzione cinese per l'istituzione di un meccanismo di consultazione periodica tra i due Paesi.
Sono poi stati annunciati: un protocollo d'intesa sulla traduzione e pubblicazioni di classici; una dichiarazione d'intenti sulla collaborazione cinematografica; un protocollo d'intesa in materia di concorrenza; un memorandum tra l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice) e il Consiglio cinese per la promozione del commercio internazionale; un protocollo di collaborazione tra le città di Verona e Hangzhou; un accordo di gemellaggio tra Villa d'Este di Tivoli e il Palazzo d'Estate, volto alla promozione della conoscenza, valorizzazione e fruizione dei siti iscritti nelle Liste del patrimonio mondiale Unesco; un accordo di cooperazione scientifica tra il ministero della Scienza e della Tecnologia cinese e il Consiglio nazionale delle ricerche; e un memorandum d'intesa tra la China Development Research Foundation, la Peking University National School of Development, il Peking University China-Europe Philanthropy Innovation Research Center e l'Università di Torino, il Torino World Affair Institute, la Escp (Ecole Supèrieure de commerce de Paris) Business School.