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Politica
Migranti, Mattarella: "No ai nazionalismi. Serve rispetto delle diversità"
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Meeting di Rimini

"Non vogliamo rinunciare, oggi, alla speranza della pace in Europa. L'Europa, che conosciamo, è nata da un reciproco impegno di pace che, i popoli e gli Stati, si sono scambiati, dopo l'abisso della seconda guerra mondiale. Su quella pace, sono stati edificati i nostri ordinamenti di libertà e democrazia. Su quella pace, è cresciuta la civiltà degli europei. Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra. È contro lo strumento della guerra, che siamo impegnati nell'impedire una deriva di aggressioni del più forte contro il più debole. Per costruire, una pace giusta.

"È la dimensione comunitaria, sono le relazioni sociali, a determinare la concretezza di esercizio dei diritti". "Nel dibattito pubblico, si cita, sovente, il 'diritto alla felicità', elencata - come da perseguire - assieme a quelli alla vita e alla libertà, nella Dichiarazione di indipendenza, del 4 luglio 1776, degli Stati Uniti", ha notando "l'influenza del pensiero di esponenti della cultura del nostro Paese su quel testo" e che "nel confronto tra Beniamino Franklin e il filosofo napoletano Gaetano Filangieri, fu, infatti, l'insegnamento di quest'ultimo a suggerire di sostituire alla espressione 'diritto alla proprietà' quella relativa alla felicità". "Non vi è definizione equivalente nel testo della nostra Carta costituzionale; eppure, vi sono pochi dubbi, circa il fatto che, gli articoli della Costituzione, delineino una serie di diritti, e chiedano, alla Repubblica, una serie di azioni positive, per conseguire condizioni che rendano gratificante l'esistenza; sia pure senza la pretesa che la felicità sia una condizione permanente; quasi che la vita, con le sue traversie, non introduca momenti di segno diverso", ha aggiunto Mattarella, riferendosi all'articolo 2, "dove si prevede che la Repubblica deve riconoscere, e garantire, i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità; e deve richiedere l'adempimento dei doveri, inderogabili, di solidarietà". E all'articolo 3, "che chiede, alla Repubblica, di rimuovere gli ostacoli, che impediscono il pieno sviluppo della persona umana; dopo aver sancito che, tutti i cittadini, hanno pari dignità sociale, e sono uguali davanti alla legge".

Sulle politiche migratorie "occorre percorrere strade diverse. Se non se ne avverte il senso di fraternità umana, per una miglior sicurezza". "Una pace giusta, non può dimenticare il dramma dei profughi. I fenomeni migratori, vanno affrontati per quel che sono: movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere", ha aggiunto il capo dello Stato. "Occorre un impegno, finalmente concreto e costante, dell'Unione europea" e "sostegno ai Paesi di origine dei flussi migratori".

"È necessario rendersi conto che soltanto ingressi regolari, sostenibili, ma in numero adeguatamente ampio, sono lo strumento per stroncare il, crudele, traffico di esseri umani - ha aggiunto -: la prospettiva, e la speranza di venire, senza costi e sofferenze disumane, indurrebbe ad attendere turni di autorizzazione legale". "Inoltre - ha spiegato Mattarella -, ne verrebbe assicurato un inserimento lavorativo ordinato; rimuovendo la presenza nascosta, incontrollabile, di chi vaga senza casa, senza lavoro e senza speranza; o di chi vive ammassato in centri di raccolta, sovente mal tollerati dalle comunità locali".

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