Di Massimo Falcioni
Nel Partito democratico e nei cespugli della sinistra permane l’incapacità di reagire dopo le batoste alle politiche del 4 marzo e alle successive comunali di giugno. Alle vecchie diatribe interne si aggiunge oggi la divisione sul giudizio nei confronti del nuovo governo gialloverde e sui partiti che lo sostengono. Da una parte c’è chi dileggia l’esecutivo pentaleghista: premier Conte “re travicello”, ministri pasticcioni”, Di Maio “utile idiota”, Salvini gran “burattinaio”. Insomma, un governo inconsistente e incapace, presto travolto dalle proprie contraddizioni e dalla mancanza di risultati, quindi di breve durata. Dall’altra, c’è chi invece non lo sottovaluta, considerandolo autoritario, addirittura pericoloso per la democrazia, da fermare prima che faccia danni irreversibili. Ma è solo propaganda, anzi un boomerang, un assist al governo e ai suoi partiti, causato dallo smarrimento politico e culturale in cui è precipitata la sinistra. Un esempio? La “provocazione” di Casaleggio jr sul futuro dell’ordinamento statale integrando la rappresentanza con la democrazia diretta per restituire le istituzioni ai cittadini è strumentalizzata (aboliscono il Parlamento!) invece di misurarsi nel merito sulle sfide imposte dalle nuove tecnologie della comunicazione che incidono sul consenso e nel rapporto cittadino-politica-istituzioni, quindi nella democrazia. Il tema resta l’opposizione adeguata e responsabile e l’alternativa credibile. Già, quale opposizione? Con chi? Per che cosa? Pd e sinistra, senza analisi autocritica sulle proprie sconfitte, hanno maltrattato gli italiani che hanno votato M5S e Lega bollandoli quali “ingenui” ed “emozionali” caduti nella trappola della rabbia, della paura, dell’invidia sociale, del populismo, del razzismo, addirittura della destra fascista. Quali sono oggi le basi ideali e politiche per ricostruire una sinistra democratica sintonizzata con quel popolo “traditore” passato col M5S e Lega? La questione migranti e sicurezza, ad esempio, è stata ed è di gran peso. Gli italiani hanno detto “NO” persino al Papa: “accogliere i migranti!” perché i governi a guida Pd non sono stati capaci di tradurre quell’appello in pratica, in proposta concreta, limitando i rischi per la sicurezza degli italiani e le loro paure, sfociate in rabbia – poi nel voto – perché l’imposizione e l’arroganza ha sostituito la capacità di ascolto e il dialogo con la gente. All’elettore che alle urne ha cambiato campo si continua a rispondere dandogli del “populista” e del “fascista”. Dopo il 7 giugno 1953 Togliatti disse che i comunisti volevano andare incontro “con le mani aperte ed il sorriso affettuoso” agli italianiche non avevano votato Pci. Il leader comunista fu criticato da molti suoi compagni, specie al sud, perché contrari ad andare con il sorriso affettuoso incontro ai “fetenti” che si erano lasciati comprare dai pacchi di pasta di Lauro. Ma Togliatti aveva ragione e riconquistò almeno una parte di quell’elettorato passata ala Dc. Oggi Pd e sinistra s’avvitano incarogniti bruciando le ultime risorse. Dopo il nulla feriale seguirà il nulla congressuale. Solita guerriglia, solito caos. Lo “zoccolo duro” è avvilito ma freme in attesa di un comando che non arriva. Le maglie rosse di Don Ciotti e le comparsate di Saviano si sa dove portano. Che fare? Un fronte repubblicano minestrone euroliberista senza capi nè bandiere a difesa di Bruxelles? Un trenino di incalliti e incarogniti puri e duri certi di risolvere i guai del mondo fischiando (da lontano) Salvini? Salire su un treno regionale e ascoltare la gente che ha ”tradito” la sinistra per la nuova “destra”? In attesa di sciogliere i dubbi c’è chi punta al colpo d’ala invocando la piazza salvifica con una manifestazione nazionale a settembre a Roma, per una nuova Resistenza. Un nemico si trova sempre. Ma dove sono i …”resistenti” delle “lotta dura senza paura” con i soliti slogan già falliti e bocciati? La speranza è che i rivoluzionari da ombrellone rileggano Lenin: “L’estremismo malattia infantile del comunismo”. Con questo Pd e con questa sinistra Salvini campa 100 anni.