Politica
Maurizio Landini critica il governo sulle misure sociali
Landini per redimersi appoggi allora il salario minimo orario
Maurizio Landini ha imperversato sul primo maggio, come del resto prevedibile per il segretario generale di un sindacato che si chiama CGIL. Ieri era dunque a Bologna con i suoi colleghi CISL e UIL Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
Landini, tra l’altro ha dichiarato: “Noi abbiamo pagato le delocalizzazioni, la competizione tra Paesi e l’assenza di una politica europea che rimetta al centro il lavoro, la persona”. Ma quello che ha colpito sono stati i suoi interventi televisivi preparatori all’evento bolognese. La sera prima ad una domanda precisa sui rapporti tra CGIL e governo giallo - verde, Landini non ha potuto fare a meno di attivare un certo riflesso patellare ed esprimere una certa delusione per quanto fatto finora. Ma la domanda è semplice: che ne pensa di quelle misure chiaramente sociali come il reddito di cittadinanza, il decreto dignità e quota 100?
E qui Landini farfuglia e dice che sì, forse sono di sinistra, ma non basta, sono deludenti, che insomma si poteva fare molto di più. E qui una considerazione è allora d’obbligo: il governo Pd a guida Matteo Renzi cosa ha fatto per i lavoratori? Risposta raggelante: il jobs act e l’abolizione dell’articolo 18 che hanno provocato un così mai visto indebolimento dei diritti dei lavoratori stessi. Ora è vero che la CGIL non è il PD, e che le colpe dei padri non ricadono sui figli, però non è che ideologicamente siano agli antipodi, per tradizione culturale e per prassi consuetudinaria. Ed allora come fa Landini a criticare le misure prese da Luigi Di Maio a favore dei lavoratori e degli sfruttati quando un “governo amico” come quello precedente gli ha sfornato provvedimenti devastanti?
Ora Landini ha l’occasione di redimersi appoggiando il salario minimo orario che Luigi Di Maio ha proposto in Italia (ora è al Senato) e proporrà poi in Europa. Lo faccia, altrimenti verrà tacciato di incoerenza.