Politica
Europee, Meloni: "Io non sono democratica? Schlein non scappi e risponda"
"La sinistra dà gli alibi agli estremisti per avvelenare le nostre democrazie con l'odio politico". La premier chiude la campagna elettorale a Roma
Meloni chiude la campagna elettorale per le Europee a Roma
La premier Giorgia Meloni ha chiuso a Roma la campagna elettorale per le Europee. Presenti anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, la la sorella della leader, Arianna Meloni, Giovanni Donzelli, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, quello dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, quello della Cultura Gennaro Sangiuliano, oltre a numerosi parlamentari.
"Grazie per esserci, col vostro allegro entusiasmo, il vostro ottimismo il vostro amore: questa piazza racconta anche la differenza che esiste tra noi e la rabbia, la cattiveria dei nostri avversari più livorosi, promettetemi che saremo sempre così, che il nostro motore sarà sempre l'amore non l'odio, lavorare per e non contro, costruire e non distruggere". Così la presidente del Consiglio e leader di Fdi Giorgia Meloni al comizio di chiusura della campagna elettorale per le europee a Piazza del Popolo a Roma.
"E' surreale che un partito che si definisce democratico poi ci dice che dovremo passare sui loro corpi per fare una riforma che rafforza la democrazia: abbiamo capito che per il Pd è democrazia solo se c'è quel partito che comanda ma è un'altra cosa", ha rimarcato.
E poi il richiamo a Elly Schlein, segretaria del Pd. "Qualche giorno fa il candidato alla presidenza della commissione dei socialisti, tale signor Schmit, ha detto che i conservatori sono una forza non democratica, secondo il candidato di Elly Schlein e del Pd io che sono presidente dei conservatori e presiedo il governo italiano" dopo essere stata eletta "non sarei democratica". "Chiedo pubblicamente alla segretaria del Pd di dire se condivide o no queste parole ma non scappi anche stavolta. Elly, è una domanda semplice, condividi si o no che io non sia una leader democratica?", ha incalzato Meloni.
"Possiamo capire perché la sinistra è tanto nervosa, perché perde lucidità e mostri questo rancore francamente fuori misura, quando le nebbie della propaganda si diradano e rimane la verità gli argomenti finiscono e solita usurata disperata carta del racconto del mostro", ha aggiunto. "Non smetteranno, ora il nuovo sport nazionale della sinistra è dipingere l'Italia come la nazione dei diritti negati e libertà compresse in cui lo stato di diritto è praticamente sospeso quindi non meritevole vedere proprio governo tra i grandi d'Europa".
"Il premierato sta procedendo in parlamento nonostante sinistra e 5 stelle stiano facendo opposizione che non hanno riservato a nessun altro provvedimento di questo governo perché a loro proprio non va giù l'idea che possano essere i cittadini a decidere, vogliono che continui a decidere il palazzo, altrimenti il Pd come avrebbe fatto a governare perdendo le elezioni, come avrebbe fatto Conte a diventare presidente del consiglio quando gli italiani nemmeno sapevano chi fosse?", ha detto Meloni.
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Meloni ha poi aperto il capitolo sanità. "Nei prossimi giorni faremo un altro provvedimento per costruire un meccanismo nazionale di monitoraggio delle liste d'attesa, che non esiste. Vuol dire avere possibilità di intervenire in maniera puntuali. E ci saranno soluzioni per effettuare visite e prestazioni sanitarie, che si faranno anche sabato e domenica, abolire il tetto di spesa per l'assunzione dei medici, coinvolgere più gli specializzandi, sanzionare i dirigenti sanitari che non dovessero rispettare gli obiettivi di riduzione delle liste d'attesa, premiandoli se invece lo fanno".
Infine, l'appello al voto per "cambiare" le cose. "Mentre noi difendiamo l'Europa come civiltà da sempre, loro l'hanno adottata dopo il crollo dell'Unione sovietica e siccome sono nostalgici vorrebbero trasformarla in un surrogato del dirigismo sovietico". Così Giorgia Meloni, premier e leader di FdI, spiegando che le Europee saranno "un referendum fra due visioni opposte". "Da una parte un'Europa ideologica, centralista, nichilista, sempre più tecnocratica. Dall'altra la nostra Europa, coraggiosa, fiera, che non dimentica le sue radici perché definiscono chi siamo, ci aiutano a orientarci nel buio della paura". "Qui si fa la storia, e quella storia possiamo essere noi, come visione politica. Abbiamo cullato il sogno di un'Europa unita per dare forza alla nazione a cui apparteniamo, non per disintegrarla. L'Unione europea deve essere partner degli Stati nazionali, non una sovrastruttura che soffoca gli Stati nazionali", aggiunge la Meloni.