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Politica
Meloni convalescente, Conte non ci sta. “Ci metta la faccia”. Caduta di stile

Se si fosse trattato di una donna di sinistra siamo certi che sarebbe partita la gogna mediatica femminista. Ma poiché si tratta di una donna di destra, tutto tace

 

Brutta cosa il populismo demagogico. Perde il contatto con la realtà e rende le persone odiose.

È, ad esempio, il caso del leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte, l’uomo che ha soffiato il partito a Beppe Grillo e a Luigi Di Maio. Il primo non si è ripreso il secondo benissimo, all’ombra delle moschee.

Conte è anche l’uomo “multicromatico” che ha guidato prima un governo di destra, cioè il giallo – verde, autodefinendosi “avvocato del popolo”, poi ha guidato quello di sinistra giallo-rosso, che non è quello di Mourinho ma bensì quello col Pd, e infine ha appoggiato il governo multicromatico di Mario Draghi, prendendosi poi lo sfizio di farlo cadere per recuperare qualche punto percentuale e facendo vincere la destra che sentitamente ha ringraziato l’antico alleato di tutti.

Ma veniamo all’ultima vicenda.

Come è noto, Giorgia Meloni ha avuto una doppia influenza, cioè una prima e poi una ricaduta e in seguito una fastidiosa patologia, cioè l’otolite dovuta al disallineamento di certi perfidi sassolini che necessitano le attenzioni di un otorino.

Infatti, questi sassolini hanno a che fare con l’equilibrio e chi ne è colpito sperimenta dei giramenti di testa e vertigini niente affatto simpatici e chi scrive li ha avuti una volta.

Occorre stare a letto e muoversi il meno possibile, per evitare di cadere, finché una certa manovra manuale, coadiuvata da farmaci, risolve la questione.

Ma ci vuole comunque tempo per recuperare e molta attenzione.

Questo ha prodotto un paio di slittamenti della fondamentale conferenza stampa di fine anno, che ora è fissata per il 4 gennaio. La cosa ha eccitato il sindacato “rosso” della Fnsi ma soprattutto Giuseppe Conte che ha collezionato l’ennesima brutta caduta di stile.

In un post ha scritto:

“Avete visto Giorgia Meloni?", corredato dalla foto al bar in notturna del premier italiano con Scholz e Macron a Bruxelles, davanti a una birra in un hotel.

E poi parte con la solita barzelletta:

"Un tedesco, un francese e un'italiana si ritrovano seduti al tavolo di un bar. Sembra l'inizio di una barzelletta. Ne girano tante costruite su questo schema. Di solito terminano con il nostro connazionale che - grazie a un colpo di ingegno o a una trovata furba - riesce ad avere la meglio sugli altri. Purtroppo non è andata così nella realtà. A quel tavolo si è consumato il fallimento europeo di Giorgia Meloni”.

Ma l’appetito vien mangiando e quindi l’ex premier prosegue:

"Un incredibile fallimento di fronte al quale Giorgia Meloni non ha avuto neanche il coraggio di metterci la faccia, di spendere una parola di spiegazione per i cittadini italiani. Ha annullato per due volte la conferenza stampa di fine anno perché influenzata e ha trovato solo il tempo per un video social con l'albero di Natale per farci gli auguri".

Conte dunque fa una colpa alla Meloni di essersi ammalata. Siamo all’utilizzo, anche un po’ scemo se vogliamo, di una biopolitica del corpo che mette alla gogna una persona che si è ammalata, come tanti in questo periodo, di influenza e in più ha avuto un altro disturbo, l’otolite per cui non si può muovere.

Forse voleva che uscisse lo stesso dalla sua nuova casa all’ Eur e percolasse fino a Chigi per fare un piacere all’” avvocato del popolo”?

Se si fosse trattato di una donna di sinistra siamo certi che sarebbe partita la gogna mediatica femminista. Ma poiché si tratta di una donna di destra, tutto tace.

Il premier, dal canto suo, non ha replicato a questa ennesima provocazione ma anzi ha fatto sapere che ha passato finalmente qualche giorno di riposo, ha dormito, ha recuperato le energie ed è riuscita finalmente, dopo tanto tempo, a vedere con le persone care anche un paio di film, magari dell’amato Quentin Tarantino (a proposito avete visto come la protagonista bionda di Kill Bill, Beatrix Kiddo, le assomigli?) con tanti saluti a Conte.

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