Politica
Meloni: "Essere patrioti non è un'infamia, ma elemento condiviso"
Meloni rivendica il fatto di aver sdoganato il concetto di patria e di nazione: l'intervento al convegno "Nazione, patria, idee ritrovate"
"E arrivo così al secondo spunto di riflessione che vorrei consegnarvi. Come sapete, io sono molto affezionata alla splendida definizione di Nazione che ha dato Ernest Renan. Lui diceva che la Nazione è “una grande solidarietà, costituita dal sentimento dei sacrifici compiuti e da quelli che si è ancora disposti a compiere insieme. Presuppone un passato, ma si riassume nel presente attraverso un fatto tangibile: che è il consenso, il desiderio chiaramente espresso di continuare a vivere insieme. L'esistenza di una Nazione", diceva Renan, "è un plebiscito di ogni giorno”.
"Per Renan era fondamentale la comunità politica, ovvero l’insieme dei valori che uniscono un popolo, ma è altrettanto fondamentale che quei valori siano rinnovati continuamente. Una scelta, che siano voluti. Non basta riconoscere ciò che ci tiene uniti, è necessario che quel senso di appartenenza ad un comune destino sia alimentato ogni giorno. Che sia testato nei fatti, che sia provato nelle scelte che ognuno di noi fa nel quotidiano. Perché i legami non sono catene e riconoscerci parte di qualcosa di più grande non ci rende più deboli. Anzi, è l’esatto contrario: quei legami ci rendono più forti, ci rendono più solidali, ci rendono più aperti l’uno all’altro. Solo sulla forza di quei legami una Nazione può rimanere viva e vitale, può rigenerarsi, resistere agli inganni dello sradicamento, dell’omologazione, della disumanizzazione".
"Solo sulla solidità di quelle radici - e vado verso la conclusione - una Nazione può trarre la forza, l’entusiasmo, il coraggio per essere protagonista del suo tempo. Troppe volte noi dimentichiamo il contributo che l’Italia ha dato alla storia dell’umanità. Non ce ne rendiamo mai pienamente conto, probabilmente perché siamo per paradosso assuefatti dalla bellezza e dalla cultura nelle quali siamo immersi. Quando si va all’estero, e a me capita molto in questo periodo particolarmente, il punto di vista cambia immediatamente, ci si accorge subito di quanto la nostra Nazione sia considerata un faro di civiltà, di quanto essere italiani sia sinonimo di bello, di prezioso, di innovativo, di geniale. E di quanta domanda ci sia di Italia".
"Per anni, forse per decenni, noi abbiamo dimenticato di cosa siamo stati capaci, di cosa siamo capaci. Di quanto l’Italia sia capace di stupire, di innovare, di essere avanguardia, di insegnare. Di quanto la nostra identità, la nostra Nazione, la nostra Patria siano ammirate e stimate. Ma non possiamo far innamorare gli altri di noi se non amiamo per primi noi stessi e se non riscopriamo ciò che ci lega e ci rende una comunità di destino".
"Credere in ciò che siamo è la benzina più potente che possiamo mettere nel motore della Nazione. È il carburante di cui abbiamo bisogno per tracciare nuove rotte e tornare protagonisti in Italia e nel mondo.
E dunque grazie per il contributo che date a questa discussione, grazie per dare profondità a quello che cerchiamo di fare ogni giorno. Buon lavoro!".