Politica

Meloni istituzionale in mezzo al guado, cerca di recuperare a destra. Ma...

di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista

Europee e campagna elettorale, ecco le ultime mosse della premier

Giorgia Meloni si trova stretta tra due fuochi, avendo il tradizionale posizionamento “alternativo” coperto a destra dalla Lega di Salvini, e quello di tranquilla forza europeista coperto al centro da Forza Italia

 

Le elezioni europee 2024 sono ormai alle porte, e i partiti stanno cercando di darsi un posizionamento distintivo, dal momento che si tratta di elezioni con metodo proporzionale, in cui ogni partito batte bandiera propria ed è in concorrenza diretta con tutti gli altri partiti. Qual è la strategia che sta caratterizzando il finale di campagna per il principale partito italiano, ossia Fratelli d’Italia? Teniamo conto che le europee sono elezioni in cui l’elettore si sente più libero, rispetto a quelle politiche, di esprimere un voto d’opinione, che può avere una spinta più emozionale e più anticonformista rispetto a quello  appunto delle politiche.

Questa natura particolare del voto europeo spiega la strategia adottata dalla Lega di Matteo Salvini, che ha deciso di darsi un posizionamento fortemente autonomo e distintivo, puntando sulla candidatura di un personaggio molto mediatico, e molto atipico per il panorama politico italiano, come il generale Vannacci. Forza Italia invece sembra volersi collocare sulla scia della tradizione moderata ed europeista che aveva fatto grande il partito di Silvio Berlusconi, un leader che ha avuto un innegabile ruolo europeo oltre che nazionale. E Giorgia Meloni si trova stretta tra due fuochi, avendo il tradizionale posizionamento “alternativo” coperto a destra dalla Lega di Salvini, e quello di tranquilla forza europeista coperto al centro da Forza Italia. Il rischio per Fratelli d’Italia è di arrivare, fra pochi giorni, al voto europeo con un posizionamento debole e poco distintivo. Con le questioni dell’immigrazione e dell’autonomia nazionale che restano temi aperti su cui confrontarsi più con i partiti dell’alleanza di governo che con quelli dell’opposizione.

Ecco allora che Giorgia Meloni cerca di trovare uno spazio fra questi due fuochi (quello fortemente sovranista della Lega e quello fortemente europeista di Forza Italia). Cerca di recuperare distintività (dire qualcosa di diverso da quanto comunicano i suoi alleati) e anche, per alcuni aspetti, coerenza di narrazione e di posizionamento rispetto a un passato recente, che ha fatto diventare grande il suo partito proprio per via della nettezza delle posizioni che esprimeva.

Per alcuni aspetti, è come se Giorgia Meloni e il suo partito fossero a metà del guado. Da veri e propri outsider del sistema, fortemente caratterizzati a destra, vogliono trasformarsi in una tranquilla forza di governo di centrodestra allineata con i grandi equilibri internazionali, a cominciare da quelli europei. Ma le elezioni europee sono tradizionalmente un momento elettorale in cui contano molto il posizionamento emotivo e la capacità di darsi un tono distintivo. Aspetti su cui finora la campagna di Fratelli d’Italia è stata sin troppo tranquilla. Da cui la necessità per la premier, in questi ultimi giorni, di spiegare agli occhi del suo elettorato il posizionamento internazionale molto allineato e moderato assunto durante l’esperienza di governo; ma anche di recuperare quel tratto battagliero e alternativo che ha fatto diventare grande Fratelli d’Italia. Perché la sfida, per Giorgia Meloni, è proprio questa: riuscire a raccontarsi come leader di una forza che è al tempo stesso “di lotta e di governo”, in Italia come in Europa. Sufficientemente moderata da garantire la governabilità, ma anche  abbastanza  coraggiosa e alternativa da mantenere quella promessa di “innovazione da destra” che l’ha portata allo straordinario successo delle scorse elezioni politiche. Ci riuscirà? Lo vedremo fra pochi giorni.