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Meloni: "Italia isolata? Non siamo ridicoli, è fondatrice Nato, Ue e nel G7"

La premier alla chiusura della campagna elettorale di Rocca nel Lazio annuncia: "Abbiamo un piano al 2027"

Meloni: "Italia da sola? Non scherziamo. Siamo mebri del G7 e fondatori di Nato e Ue"

Inizia il comizio con un momento 'amarcord' rivendicando, dallo stesso luogo dove tutto iniziò, di essere rimasta la stessa di dieci anni fa, con lo stesso "coraggio" di andare avanti "senza abbassare la testa". Giorgia Meloni si prende la scena del palco dell'auditorium della Conciliazione, dove il centrodestra è riunito per sostenere la candidatura di Francesco Rocca alla presidenza della Regione Lazio, nelle elezioni del 12 e 13 febbraio. E l'evento diventa una occasione per tracciare un bilancio dei primi 100 giorni di governo e annunciare obiettivi e priorità per i prossimi cinque anni. Perché, assicura il presidente del Consiglio, "tra cinque anni saremo ancora qui" al gpoverno del Paese

Meloni quindi annuncia che il 2023 sarà l'anno delle riforme: realizzeremo una riforma delle istituzioni, spiega, "che consenta di avere governi scelti dai cittadini e duraturi, e una riforma giustizia che garantisca certezza del diritto e certezza della pena". Il premier poi torna sul caso Cospito, l'anarchico insurrezionalista in sciopero della fame per protestare contro il regime del 41bis. "Credo che lo Stato non debba trattare con la mafia e credo allo stesso modo che lo Stato non debba trattare con chi lo minaccia", scandisce.

Stessa linea, espressa, in modo ancor più duro, sempre dal palco romano, da Matteo Salvini. "Non entro nel merito di polemiche che devono essere assolutamente superate e che interessano a qualche giornalista e parlamentare di sinistra. Io non accetto di sedermi a tavola con chi lancia molotov a carabinieri e istituzioni di questo Stato. Se ti hanno dato il 41 bis, ti fai il 41 bis, punto - dice il vice premier leghista -. Se ancora qualcuno oggi inneggia alla lotta armata è un dovere dello Stato evitare che questa persona parli con i giovani e con l'esterno".

"Non dobbiamo drammatizzare ma neanche sottovalutare i pericoli. Non si cambia il 41 bis. Adesso dobbiamo andare avanti con l'azione del governo, risolvere i problemi concreti dei cittadini", aggiunge l'altro vice premier, il forzista Tajani. "Credo che il caso Donzelli-Delmastro debba essere chiuso. C'è un Gran giurì alla Camera che dovrà decidere se ci sono stati comportamenti errati o meno. L'invito ad abbassare i toni deve essere accolto da tutti. Noi di FI non abbiamo mai alzato i toni - rivendica -. Lavoriamo per l'unità del governo e per dare risposte concrete. Dobbiamo preoccuparci di questo".