Affari di Genio

Siamo alla ricerca d'informazioni, per imparare

Francesco Conti ha varcato la soglia dei 40 anni ed ha una figlia di 6 anni. Formatore di GenioNet "dal suo inizio", reca congenitamente con sè la tradizionale flemma del formatore, incline alla riflessione, all'esuberanza toscana che tracima dalla sua vivacità spontanea. 

Soprattutto chi lo ha visto in aula o su di un palco a raccontarsi ai propri ragazzi, capisce subito di avere a che fare con un orso buono, tuttavia deciso ad affrontare le sfide che la vita ti chiede di attraversare.

Occhi azzurri cielo, barba pronunciata da sempre, Francesco anche davanti alla telecamera non deroga alle sue abitudini. Si adatta subito al contesto e comincia a raccontare come tutto è iniziato. E, con l'originalità che lo contraddistingue, parte da un albero di Natale. È da lì, dalla festa della famiglia, che già da piccolo partecipava alla consuetudine di rispondere a questa domanda: "Come miglioreresti il tuo mondo?"

E lui non esita a spiegarlo. "Prima di tutto con la mia capacità di saper sognare un mondo migliore. La mia risposta è sempre stata 'educare a stare meglio', a fare del bene". 

"Quello che manca oggi - aggiunge - è l'educazione ad usare i mezzi di cui disponiamo sia interiormente sia esteriormente e per questo credo che il mio impegno già da bambino sia stato quello di trovare il giusto ambiente in cui declinare questa predisposizione che si è avverata con Genio."

Francesco scende anche più a fondo. "Ogni essere umano è sempre alla ricerca d'informazioni per imparare. Imparare a vivere, a lavorare, ad intraprendere. Ecco perchè Genio l'ho trovato perfettamente corrispondente al bisogno che avevo ed ho, di conferire alla vita il mio piccolo contributo che è partecipe di una crescita individuale e sociale. GenioNet infatti è la rispondenza esatta ad un bisogno che è prima di tutto umano. Ed è per questo che sento corrisposto questo mio bisogno con l'affetto che ritrovo da chi vive le mie aule".

Francesco però considera anche esiziale come trasferire ciò che si acquisce. "Chi fa il formatore è come un artista. Non ci si può limitare solo a trasferire quello che si è imparato. È importante farlo anche secondo il proprio stile, come avrebbe fatto Caravaggio o un Michelangelo.  Bisogna ricordarsi che non abbiamo scoperto nulla. Da Platone in poi, tutto quanto è sapere è già nella nostra disponibilità. Dobbiamo solo imparare a saperlo trasferire, con i colori che ci appartengono, con il nostro carattere, con un modo di essere umano. Questo è quello che fa la differenza e restituisce un senso alla nostra esistenza"

Ecco l'intervista con Francesco Conti

Guarda l'intervista

Max Rigano