Politica

Meloni? Vero cambiamento politico, ma attenta agli “amici pericolosi”

Di Giuseppe Vatinno

I pericoli che corre l’attuale capo dell’esecutivo

Per sfruttarla deve tuttavia rispondere allo zoccolo duro di chi l’ha votata che, intuitile negarlo, fa riferimento ad una certa area politica e culturale che è quella post – fascista. Attenzione quindi a non essere troppo zelanti nel processo di omologazione altrimenti rischia di finire come Gianfranco Fini che passò repentinamente da un estremo all’altro.

Il suo modello di riferimento è il partito repubblicano USA e quello conservatore inglese. Le sue figure guida sono Ronald Reagan e Margaret Thatcher, donna come lei, ma deve fare attenzione a tenersi in equilibrio e prendere le giuste distanze da “amici pericolosi” come Viktor Orban.

Ed in effetti dietro a tutto il centro – destra c’è un convitato di pietra di cui i media hanno spesso pudore di parlarne e il suo nome è Vladimir Putin.

Non sfugge infatti che Silvio Berlusconi sia un suo intimo amico e Matteo Salvini girasse per la Piazza Rossa con tanto di maglietta.

Giorgia è leader furba, viene da quella formidabile fucina che fu il Fronte della Gioventù, e sapeva così bene di questo pericolo -il suo punto debole è proprio Orban- da prenderne per tempo le distanze facendo una inusuale (per la sua area politica) scelta atlantica e filo Occidentale che ora deve mantenere ad ogni costo, ad esempio nella guerra in Ucraina.

Come si vede la Meloni gestisce un quadro molto complesso ed ha trovato un equilibrio che è però per sua natura instabile.

Per finire dobbiamo parlare della sua dimensione simbolica.

Giorgia Meloni è spesso considerata una idealista che si occupa di cose lontane dalla realtà fattuale.

Ad esempio il suo amore non nascosto per il fantasy -è una nota fan del Signore degli Anelli- l’opera monumentale di J. R. R. Tolkien, è stato motivo di scherno da parte della intellighenzia di sinistra, tutta “pane e atomi” e soloni materialisti.

Invece è proprio la dimensione simbolica che ha una grande capacità di attrazione delle masse tanto che ogni partito sanamente populista ne ha fatto ricorso. Ultimi esempi storici da noi sono stati Umberto Bossi che nella Lega primigenia celebrava misteriosofici culti equinoziali con le ampolle d’acqua raccolte alla fonte del “dio Po” e il Movimento Cinque Stelle il cui leader Beppe Grillo ancora attrae l’attenzione con la recente proposizione natalizia della “Chiesa dell’Altrove”.

Il livello a cui agiscono tali suggestioni –come ebbe a notare Gustave Le Bon nel suo fondamentale “Psicologia delle folle” - è profondissimo ed è proprio di partiti o movimenti che nella Storia hanno portato anche a pericolose degenerazioni. Si pensi solo alle parate sovietiche con i missili e alla loro “iconologia delle medaglie” o film come “Il trionfo della volontà” di Leni Riefenstahl che descrisse il raduno del partito nazionalsocialista che si tenne a Norimberga nel 1934.

Tuttavia una giusta dose di simbolismo mitologico soft può invece essere un formidabile catalizzatore politico e permettere Giorgia Meloni di raggiungere il Monte Fato e distruggere l’Anello del Potere perché: "Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare."