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Michele Emiliano, la proposta bomba: "Reintrodurre l'art. 18". VIDEO

Michele Emiliano, su Affaritaliani.it la proposta bomba anti-Renzi sulla reintroduzione dell'articolo 18

"Reintrodurre l'articolo 18". Questa la proposta di Michele Emiliano, oggi a Milano per il suo "sbarco" all'ombra della Madonnina. Una proposta che si scontra direttamente con la linea dell'ex premier Matteo Renzi.

"Proporre di reintrodurre l'articolo 18 è una bomba. Una rivoluzione politica, sindacale e sociale", ha chiesto ad Emiliano il direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino.

"Pensiamo di reintrodurre la possibilità di reintegrare nel posto di lavoro chiunque sia licenziato illegittimamente - ha risposto Michele Emiliano . Una norma che monetizza questo diritto a vedere sancita la illegittimità del proprio licenziamento favorisce imprenditori normalmente inaffidabili e scorretti e danneggia invece anche quelli corretti, che non utilizzano questo strumento di monetizzazione nonostante le comprensibili difficoltà nella gestione del personale".

E ancora: "Pensare che la facoltà di licenziamento sia l'unico sistema per ottenere dal prestatore d'opera un fedele adempimento dei suoi obblighi mi pare una concezione delle relazioni industriali e sindacali da secolo scorso, fermo restando che se un lavoratore si comporta in modo improduttivo, infedele o disonesto i mezzi per licenziarlo sono sempre esistiti e l'art. 18 non lo ha mai impedito".

"Si tratta di un feticcio che è stato abbattuto per cambiare le relazioni col sindacato - ha proseguito Emiliano -. Ed è grave soprattutto da parte di un partito di sinistra che deve capire che il sindacato va incalzato, modernizzato ma non sterilizzato. Perché così persino il datore di lavoro rischia di perdere la capacità di attuare le riforme che vorrebbe introdurre perché non ha il soggetto che crea l'intermediazione coi lavoratori e i lavoratori hanno bisogno di una rappresentanza. Sono cose ovvie. Non capisco come qualcuno abbia potuto pensare che l'economia italiana potesse avere dei benefici da questa abolizione. Tra l'altro alla perdita dei diritti non è corrisposta una maggiore efficienza, ora abbiamo anche la prova del nove".

Poi il commento di Filippo Penati con le sue prime parole espresse da uomo di Emiliano: "L'abolizione dell'articolo 18 non era stata nemmeno chiesta dal mondo dell'impresa. E' stata più che altro una sberla al sindacato".

"Una bomba politica, che va dritta in fronte a Renzi e al suo governo", ha aggiunto il direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino.

L'incontro - Oggi al Palazzo Radetzky (Via Cusani numero 5). Presenti Carmine Pacente, coordinatore lombardo della mozione congressuale di Emiliano, la consigliera comunale di Milano Simonetta D'Amico, il deputato del Pd Dario Ginefra e Filippo Penati (ex presidente della Provincia di Milano) che, come anticipato da Affaritaliani.it, si è schierato con il presidente della Puglia.

Guarda il video di Michele Emiliano a Milano per la conferenza stampa con Pacente e Penati

 

VIDEO/ Emiliano: "Io e Milano,un rapporto che risale all'infanzia"

 Ecco i 10 punti programmatici di Michele Emiliano:

Il Pd è il nostro partito #noisiamopartito

Un partito nato per attuare la Costituzione che avrà al centro un modello di partecipazione autentico. Ogni tesserato sarà coinvolto nella scrittura dei programmi e nella loro attuazione, sia nei circoli sia attraverso una piattaforma digitale per mandare le proprie proposte, essere consultati su tutte le decisioni importanti.

L’Europa è il nostro Partito

Basta con i dogmi e le miopie del rigore, ma crescita e rafforzamento della coesione sociale. Ci vuole una politica comune europea su welfare, difesa, fisco, immigrazione. 

Più equità, etica e redistribuzione; bisogna regolare le distorsioni; le multinazionali del web, per esempio, devono pagare una “webtax” per regolamentare il mercato, diventato, ormai, un far west dove vincono sempre i più forti. Bisogna costruire gli Stati Uniti d’Europa.

Il Lavoro è il nostro Partito

Il “Jobs Act” ha ridotto le tutele per i lavoratori, senza determinare un reale aumento dei posti di lavoro. E’ necessario reintrodurre l’art.18 per evitare i licenziamenti ingiustificati, e cancellare l’abuso e l’estensione dei voucher. Non servono i bonus, ma decontribuzione stabile, cuneo fiscale e salari più alti. Diritti garantiti per sempre.

Il Welfare è il nostro Partito

L’Italia spende per il welfare meno e peggio degli altri paesi europei. Occorre una riforma organica che vada nella direzione dell’universalismo e dell’equità: per le fasce più deboli, serve un reddito minimo, condizionato alla partecipazione a programmi di inclusione sociale, formativa e lavorativa; potenziamento degli assegni famigliari, sviluppo dei servizi per i cittadini, rafforzamento dei programmi di edilizia sociale.

La Scuola e l’Università sono il nostro Partito

La famigerata “buona scuola” di Renzi ha finito per scontentare tutti. Bisogna abrogarne gli snodi più critici, riaprendo un percorso di confronto e condivisione. Per cominciare, noi diciamo più investimenti pubblici, alla stregua dei parametri europei. Aumentare gli stipendi degli insegnanti italiani, attualmente i più bassi d’Europa e portare il tempo pieno in tutto il paese, anche nel Mezzogiorno. Più attenzione verso gli atenei del Sud. Proponiamo una legge nazionale sul diritto allo studio. Senza una scuola più forte, l’Italia non riparte

L’Ambiente è il nostro Partito 

Ci vuole un forte rilancio di politiche economiche innovative, non più contrapposte alla salute e all’ambiente. La decarbonizzazione, già iniziata in molti Paesi europei, deve diventare un obiettivo strategico: a Taranto, l’Ilva potrebbe diventare il più grande impianto d’Europa di produzione di acciaio alimentato a carbone. Proponiamo, inoltre, un programma di opere di pubblica utilità, connesso ad unalegge nazionale sulla bellezza, lo smantellamento degli abusi e il riuso, la pulizia del mare, la bonifica dei siti inquinati, un piano nazionale sull’energia. No alle trivellazioni.

Il Mezzogiorno è il nostro partito 

L’Italia può ripartire solo se riparte il Mezzogiorno. Occorre rilanciare gli investimenti pubblici finalizzati allo sviluppo e alle infrastrutture. Questo sforzo deve essere sostenuto attraverso politiche industriali innovative che puntino su una economia sostenibile non più contrapposta alla salute, ai diritti e all’ambiente. La mancanza di occupazione per i giovani residenti rappresenta l’emergenza principale con cui il paese deve confrontarsi. Forte impegno sulla legalità e sostegno all’antimafia sociale.

I diritti civili sono il nostro Partito 

In Italia sono ancora molti i passi da compiere sul cammino dei diritti civili. Occorre, come Partito Democratico, mettere subito al centro dell’agenda di Governo un pacchetto di provvedimenti che va dallo ius soli, al testamento biologico, ad una legge contro l’omofobia e la transfobia, ad una legge che introduca il reato di tortura.

La cultura è il nostro Partito 

Il contributo una tantum di 500 euro ai neo diciottenni per i consumi culturali, costato 290 milioni di euro, è stato un flop. L’investimento deve essere strutturale: finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni culturali e della gratuità di ingresso ai musei. Un forte impegno per la tutela dei beni culturali. Il ministero del turismo va indirizzato dentro un quadro più ampio del ministero dell’economia e sviluppo. 

La tutela del risparmio è il nostro Partito

Sulla crisi di una parte del sistema bancario italiano, in questi anni si è intervenuti con ritardo e male. Chiedere solo oggi una commissione di inchiesta è quanto meno tardivo, era necessario intervenire per tempo, in parte con risorse pubbliche, in parte con le banche italiane e straniere in un fondo con le stesse funzioni di Atlante. L'art. 47 della Costituzione parla chiaro, il risparmio va tutelato in tutte le sue forme. Il PD deve stare dalla parte dei risparmiatori e delle imprese sane che creano lavoro, non da quella dei banchieri.