Politica
M5S, ultima chance nuove elezioni. Leader? Conte e Di Battista

Se con la Lega il 5s perse credito a causa delle incertezze sul tema migratorio, (ricordate le esternazioni dei vari Fico, Gallo, Nugnes?) con il PD siamo di fronte ad una perdita di credibilità alla radice.
Un Movimento anti sistema non può che estinguersi alleandosi con i progressisti che in tutto il mondo sono le perpetue degli alti prelati dell'austerity.
Stare con Salvini quindi non può equivalere alla alleanza col PD, la prima scelta è opinabile , la seconda è contro natura, a meno che non si creda che gli italiani antepongano i massimi sistemi al lavoro per se stessi e per i figli, a radicali detassazioni, al g-local, alle tradizioni, al benessere.
I progressisti con l'appoggio delle lobbies globali formano partiti in men che non si dica per terminare il sogno che fu di Gianroberto Casaleggio e le sardine ne sono solo un esempio; il "sardinismo" è contro-rivoluzionario, restauratore-reazionario, la versione italiana ed ancor più politically correct del "gretismo".
I conservatori non hanno questa tendenza alla gemmazione continua e disinvolta di micropartiti e poltrone: al di là del nome fuorviante, gli unici che mirano a ribaltare la feroce euroburocrazia finanziaria sono proprio loro. Già pronti i peones progressisti interni al Movimento (Morra, Lombardi, Fico, Giarrusso ecc) a lapidare politicamente Di Maio per fare peggio di lui.
L'ultima chance del Movimento 5 Stelle è tornare sui suoi passi andando a nuove elezioni, cestinare chi nel sistema ha attecchito un po' troppo dopo ben due mandati parlamentari (i peones appunto) e ripartire da zero.
I leader carismatici ci sono: uno è premier in carica, uno è in Iran.