Politica
Napolitano bacchetta Renzi: "Referendum ad personam un errore". E l'Italicum..
Referendum, Napolitano "rimprovera" Renzi "Errori a inizio campagna hanno favorito il No"
Napolitano: "Partiti male col referendum ad personam, commessi molti errori. Ma Renzi ha capito"
Si', sono stati commessi degli errori" nei primi mesi della campagna referendaria da parte del premier Matteo Renzi, ma ora "gli errori sono stati corretti. Renzi ha capito". Lo ha detto il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo ai giornalisti che hanno insistito, a margine di una iniziativa del Pd, sul riconoscimento degli errori commessi nella prima fase della campagna referendaria, fatto dallo stesso Napolitano durante la lezione svolta ai ragazzi. Tuttavia, nonostante ora si sia cambiato registro, per Napolitano "l'impostazione precedente e' durata per un periodo troppo lungo ed ha facilitato chi era per il no e contro Renzi". Questo ha fatto si' che tuttora i cittadini pensino che il referendum sia anche incentrato su Renzi, ha concluso il ragionamento Napolitano.
Referendum: Napolitano, vittoria Si' riabilita Parlamento
"Se vince il Si' e' una cosa molto buona per l'Italia", per questo "dobbiamo stare molto attenti a come portare avanti questa campagna referendaria, c'e' tempo due mesi, ma non si e' partiti bene, si sono commessi molti errori, favorendo la campagna del No". Lo ha detto il presidente emerito della repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo a delle domande degli studenti di "Classe Dem", in merito alla riforma costituzionale e al referendum che si svolgera' il 4 dicembre.
Italicum: Napolitano, no bestemmia fare alleanze per governare
"Non e' una bestemmia" ipotizzare che dopo le elezioni del 2018 nessun partito raggiunga "la maggioranza da solo" e che quindi si cerchino "delle alleanze". Lo ha detto il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo alle domande dei ragazzi, dopo la sua lezione a 'Classe Dem'. "Quando si votera' nel 2018 si potrebbero creare tre raggruppamenti o tre partiti maggiori, non si puo' dare ora per scontata una soluzione". Per questo, ha sottolineato Napolitano, "si puo' mettere in conto il fatto di riuscire ad essere primi senza avere una maggioranza assoluta e, quindi, fare alleanze. Questo non e' una bestemmia, non e' una bestemmia cercare alleati per governare"
Referendum: Napolitano, vittoria Si' riabilita Parlamento
"Questa e' la sostanza: con questa riforma si riabilita il ruolo del Parlamento". Lo ha detto il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo alle domande dei giovani di 'Classe Dem'. "C'e' chi dice 'io voto No per difendere il Parlamento'. Ma chiedo, sai come e' ridotto ora il Parlamento? Per nove anni ho ricevuto gruppi delle opposizioni che lamentavano un Parlamento ridotto a uno straccio, perche' quando si fa votare una legge Finanziaria con un maxiemendamento di un unico articolo e 1.300 commi significa uccidere il Parlamento. Ma - ha osservato Napolitano - se non si possono prevedere i tempi di approvazione di una legge" e questa e' sottoposta a un percorso accidentato in Parlamento, ecco che "scatta il maxiemendamento o la decretazione d'urgenza con fiducia". Ebbene, per Napolitano "tutto questo puo' finire con la riforma costituzionale e la vittoria del Si' al referendum. Questa e' la sostanza: riabilitare il ruolo del Parlamento". Poi certo, "tutto dipende dal popolo sovrano"
Pd: Napolitano, ha bisogno popolo sinistra ma no di sue ideologie
Non si devono commettere oggi gli stessi errori del passato. Per il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, si sono fatti passi importanti verso la "stabilita'" ma "la strada e' ancora lunga" e il ruolo dei partiti e' ancora importante, nonostante il loro fallimento a cavallo degli anni '90. "Il Pd - ha osservato - ha bisogno del popolo di sinistra ma non ha bisogno delle ideologie. Occorre che il Pd risulti convincente come forza di sinistra ma non ristretta, che risulti convincente come polo di una moderna e larga aggregazione democratica". "Mi rifiuto di credere - ha sottolineato l'ex Capo di Stato - che la politica senza la sua carica ideologica e fideistica sia condannata solo a tecnica di governo, a mero calcolo, a semplice esercizio del potere. Il ruolo dei partiti non e' esaurito, ed e' giunto il momento di superare le anomalie che hanno segnato la democrazia italiana". E ha questo obiettivo la riforma costituzionale, "che ha una forte valenza innovatrice". Dunque, "non si puo' rimanere inchiodati alla propaganda di partito quando si cerca di costruire qualcosa di nuovo". La crisi della prima Repubblica e dei partiti e' dipesa anche dalla "sordita' degli stessi partiti" che non hanno saputo "innovarsi" e dalla "mancanza di coraggio" nel portare avanti la riforma della Costituzione. In una lunga lezione svolta davanti ai giovani di 'Classe dem', Napolitano, ha indicato quali, a suo vedere, sono stati gli errori fatali commessi dalla classe politica nelle varie fasi della storia repubblicana.
- In un excursus storico-politico che ha abbracciato tutta la storia italiana, dalla Costituente fino ai giorni nostri, Napolitano ha ricordato quella che, secondo lui, e' stata la "principale tara della cosiddetta 'Repubblica dei partiti'", con 40 anni di governi Dc e "una sorta di conventio ad excludendum" nei confronti del Pci: l'errore principale, dunque, per Napolitano e' stato "non dar luogo a una vera democrazia dell'alternanza. Era una democrazia bloccata", e da li' e' nata la "denuncia della partitocrazia e, a mio avviso, e' da li' che e' partita l'onda lunga dell'entipolitica". Ebbene, per l'ex Capo di Stato, "la vera risposta stava nel superamento dell'impedimento a una vera competizione e, quindi, a una democrazia dell'alternanza. Queta e' stata una fatale debolezza: il non saper cambiare dei due principali partiti, Dc e Pci, l'incapacita' a rinnovarsi" e a mettere in campo "una revisione della seconda parte della Costituzione, cio' non accadde", e proprio "la sordita' dei partiti porto' fatalmente alla loro crisi". Poi ci fu l'esperienza del centrosinistra, che fu "bruciata presto" anche a causa della "conflittualita' interna". Ma, ha avvertito Napolitano, "non si puo' rimanere inchiodati a propagande di partito quando si cerca di costruire qualcosa di nuovo", cosi' come non "si puo' ridurre la storia della Dc a un puro centro di potere", non si possono utilizzare "formule liquidatorie indifferenziate verso la Dc e i suoi alleati".