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Nomine Rai, Conte s'è fatto furbo. L'M5s si astiene in Cda e prende cadreghe

di redazione politica

In Cda il consigliere Di Majo, in quota M5s, si è astenuto, provocando l'irritazione delle altre forze dell'opposizione

La Rai divide Pd-M5s; Conte, piazza contro governo

Anche la Rai divide il Pd e il Movimento 5 stelle. In Cda il consigliere Di Majo, in quota M5s, si è astenuto, provocando l'irritazione delle altre forze dell'opposizione. "Non è corretto dire che il voto di astensione in Cda del consigliere Di Majo ha sbloccato la partita del centrodestra sulle nomine Rai non e' corretto", affermano in una nota i pentastellati in Vigilanza Rai.

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"La sua astensione - è spiegato in una nota - è in piena linea con il voto espresso nel precedente Cda sul nuovo amministratore delegato, ed esprime evidentemente la volontà di evitare uno scontro a priori pregiudizievole per l'azienda e valutare le prossime mosse dell'attuale governance e in generale del governo". "Li attendiamo al banco di prova delle prossime scelte aziendali e soprattutto sulla prospettiva di una vera riforma del servizio pubblico", la tesi.

"Chissà se Elly Schlein, Francesco Boccia e compagnia cantando si sono accorti dell'allargamento della maggioranza di destra al M5s? Oppure continueranno a inseguire Giuseppe Conte che ha occupato, d'intesa con la presidente Meloni, tutto quanto poteva", attacca Napoli, da Azione. E il deputato di Az-Iv Faraone usa l'arma dell'ironia. "Nuova puntata dell'epopea M5s: il racconto della lotta dura scatenata dai nostri eroi contro il governo Meloni. Anche sulle nomine Rai si sono battuti come leoni, ma alla fine hanno dovuto cedere. To be continued...".

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