AMBIENTE: EMISSIONI CO2, ECCO COSA FARE PER RIDURLE
Ambiente: il futuro è nelle mani di noi cittadini molto più di quanto si pensi
Se lo slogan “Aiutiamoli a casa loro” andasse di moda anche per combattere l’emergenza dei cambiamenti climatici, i governi delle superpotenze economiche magari promuoverebbero finalmente con decisione la transizione verso le rinnovabili. Le multinazionali investirebbero su tecnologie green e sul risparmio energetico, i cittadini condurrebbero uno stile di vita più sostenibile.
I cambiamenti climatici - che, stando alle stime che circolano, causeranno fenomeni migratori imponenti da qui al 2050 (sono attesi da 250 milioni a un miliardo di rifugiati ambientali) - possono essere contrastati innanzitutto riducendo le emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
In questo ambito il ruolo del singolo cittadino è centrale molto più di quanto possa sembrare.
Si può fare la differenza in auto, in casa, a tavola, al supermercato, nella cabina elettorale. Ecco una carrellata dei principali filoni su cui ciascuno può agire autonomamente.
Alimentazione Evitare sprechi di cibo magari sperimentando nuove ricette per riutilizzare al meglio gli avanzi, non comprare prodotti di importazione evitando così le emissioni legate al trasporto e all’utilizzo di plastiche per imballaggi e confezioni.
Gestione rifiuti Da ricordare la regola delle tre R: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare. Per Ridurre è fondamentale comprare prodotti sfusi (senza confezione) come verdura e frutta fresca, preferire confezioni famiglia, evitare prodotti “usa e getta”, non acquistare prodotti con imballaggi esagerati, riempire vecchi contenitori di detersivi alla spina, utilizzare borse di stoffa per la spesa. Per Riutilizzare i prodotti si potrebbe scegliere di regalare gli indumenti quando si ritiene che siano superati o farli ripararli in caso di danneggiamenti. Per Riciclarela parola d’ordine è “raccolta differenziata” da fare con costanza e attenzione.
Abitudini quotidiane Acquistare prodotti da aziende che puntano sulla sostenibilità dei cicli produttivi, staccare la spina della TV quando si va in vacanza, evitare di lasciare per ore il computer in stand-by, limitare l’uso dell’ascensore, utilizzare i riscaldamenti con moderazione, usare bici e mezzi pubblici e, se proprio si deve prendere la macchina, sarebbe opportuno adottare uno stile di guida per così dire "sobrio", con conseguente risparmio di carburante.
Settore trasporti Il futuro è segnato da una richiesta di mobilità tendenzialmente crescente. Le tecnologie ibrida ed elettrica dovranno sostituire in poco più di un decennio i motori diesel. Anche l’alimentazione dei veicoli a gas naturale sarà una valida alternativa. Parallelamente c’è una sfida culturale da vincere che riguarda l’adozione su larga scala di modelli di mobilità sostenibile, come il car sharing. L'incremento di piste ciclabili e colonnine di ricarica delle vetture elettriche, ma anche la promozione del car sharing almeno nelle grandi città, invase da un traffico senza limiti, sono la premessa per qualsiasi progresso in questa direzione.
Civile, residenziale e terziario La riqualificazione profonda degli edifici è il migliore investimento per risparmiare energia. Per abbattere le emissioni si dovrebbero anche sostituire i vecchi boiler con le più moderne tecnologie, tra cui il solare termico (che converte energia solare in calore), rinnovabile al 100%, per il quale il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) finanzia fino al 65% delle spese.
Politica energetica La produzione di energia da fonti fossili è la causa principale dell’aumento incontrollato di anidride carbonica in atmosfera quindi la strada da seguire è senz’altro l’integrazione sempre maggiore delle fonti rinnovabili nel settore elettrico, fino al 55% nel 2030. Parallelamente dovranno essere chiuse tutte le centrali a carbone (il combustibile fossile a più alta concentrazione di emissioni) possibilmente entro il 2025. Governo e parlamento eletti democraticamente tracciano le linee guida delle politiche energetiche nazionali. Nelle urne ogni cittadino può utilizzare il suo potere che presuppone però un’adeguata conoscenza delle diverse posizioni in materia energetica.
Agricoltura e allevamento Bisogna evitare la deforestazione per far spazio ai terreni coltivabili mentre sul fronte della produzione, si possono ridurre le emissioni di protossido di azoto, dovute all'impiego eccessivo di fertilizzanti azotati. Sul fronte degli allevamenti mucche, capre e pecore durante la digestione producono metano, responsabile di circa la metà di tutte le emissioni agricole dirette. Per limitarne la produzione si può intervenire sull'alimentazione, migliorandone qualità e digeribilità e somministrare specifici additivi.
Riforma Emission Trading Scheme (ETS) E’ necessario modificare il Sistema europeo di scambio delle quote di emissione di gas a effetto serra (ETS) riservato ai settori dell’industria e dell’aviazione. Il meccanismo introdotto nel 2013 prevede che a 11.000 impianti industriali in Europa, di cui 1200 in Italia, siano state assegnate quote di emissioni annuali (1 quota= 1 tonnellata di emissioni di CO2 ) decrescenti in modo da garantire un diminuzione generale. Dati alla mano, gli investimenti per abbattere le emissioni sono stati pochi, dunque si deve puntare più in alto. Dal 2020 si stringeranno le maglie delle emissioni.
Suggerimenti questi che, se presi sul serio e applicati da tutti noi, potrebbero davvero innescare sin da subito una rivoluzione energetica, senza il filtro di istituzioni e potenti di turno. Che fino ad oggi si sono limitati a rinviare, anno dopo anno, la tanto attesa "svolta green".
Alessandro Coretti (@alecorets)