Palazzi & potere
Cade il renzismo, trema un sistema di potere
Tutti temono le nomine di primavera.
Oltre il renzismo cadente, c' è il potere debole che vacilla.
Quel sistema di potere - banchieri, imprenditori, dirigenti di aziende pubbliche e private - che sui toscani padroni di Roma ha investito denaro e futuro, scrive il Fatto.
Breve elenco degli amici infilati qua e là: cda di Enel, Alberto Bianchi, presidente della fondazione renziana Open; cda di Finmeccanica, il finanziatore Fabrizio Landi; cda di Poste, Elisabetta Fabri, famiglia di albergatori fiorentini; collegio sindacale di Eni, Marco Seracini, il commercialista di Matteo; cda di Eni, Diva Moriani, vicepresidente di In-Tek di Vincenzo Manes, generoso donatore. Il tecnico Pier Carlo Padoan, sempre al ministero dell' Economia oppure a Palazzo Chigi, non può rassicurare il renzismo sul fronte nomine. Tant' è che in questi giorni il rinvigorito Massimo D' Alema confida: tranquilli, un governo Padoan può aiutare tutti. Maurizio Gasparri ha fiutato la questione: fermi con le nomine. A volte, il potere è più confuso che debole. Non scemo.