Palazzi & potere
CARO ELETTORE, DIO TI VEDE RENZI NO...

"'Dio ti vede, Renzi no', caro elettore. Ci permettiamo di consigliarti il voto al referendum per sconfiggere i ricatti che l'establishment ormai quotidianamente porta avanti a reti unificate. Una vera e propria litania nazionale, che inonda ogni mezzo di comunicazione, e che non ci stupirebbe se dovesse sconfinare a ore anche nelle parrocchie e nelle processioni. Ma il presidente del consiglio dovrebbe ricordare che il 4 dicembre e' il giorno di Santa Barbara. Il suo castello di ambizioni potrebbe saltare in aria…". Cosi' Velina Rossa, il foglio parlamentare di Pasquale Laurito. "Questa sorta di stalkeraggio istituzionale- aggiunge la Velina Rossa- ha persino scandalizzato e reso perplesso il migliore alleato del presidente del consiglio, quel Giorgio Napolitano che e' stato il primo sponsor delle riforme e che ora, come si e' visto ieri sera a Porta a Porta, prende platealmente le distanze. Un'impressione, la nostra, che ci piace condividere, a quanto apprendiamo, anche con l'ex presidente del consiglio Massimo D'Alema. Stasera (ieri sera per chi legge, ndr) dalla Gruber il 'campione del no', come viene presentato in tv, ribadira' le ragioni di chi si oppone alle minacce e agli insulti di un presidente del consiglio che non ha nulla piu' da dire se non ricattare l'opinione pubblica con gli allarmismi. Del resto, secondo nostre indiscrezioni, persino i personaggi piu' in vista del giornalismo italiano e anche della cultura sono rimasti piuttosto delusi. Non e' un mistero che in molti vedevano nella possibilita' effettiva e non solo ipotetica di riformare l'italicum una via per riconsiderare la loro decisione di votare no al referendum. Ma tutto cio' non e' avvenuto". Velina Rossa spiega che "le critiche maggiori in questi settori vengono rivolte all'onorevole Cuperlo sul quale avevano posto una certa fiducia. Ma quale delusione quando ci si e' trovati di fronte a un foglio di carta dall'incerta paternita'! siamo chiari: a Cuperlo non si rimprovera il tentativo, ma l'esito di quel tentativo, che non poteva non essere l'inizio di un iter parlamentare. Cosa che non e' avvenuta, ma rinviata dal presidente del consiglio che ha messo il freno ai presidenti dei gruppi, riducendo la modifica dell'italicum a un pio auspicio e nulla piu'. L'argomento secondo il quale non ci sarebbe stato il tempo necessario, non vale. Un voto delle forze politiche in aula avrebbe determinato un impegno solenne per la modifica. E in particolare, avrebbe impegnato il presidente del consiglio stesso. Ora si dice che su questo c'e' l'accordo: ma, cari Cuperlo e compagnia, siete davvero sicuri che Renzi, se ottenesse la vittoria, e con un buon margine, al referendum, poi procederebbe alla modifica? "State sereni", ci viene da dirvi".