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Palazzi & potere
Elezioni 2018, Pd: è guerra per i posti (pochi) in lista

"Non ci siamo proprio" raccontano spazientiti dal Nazareno. "Renzi vuole dare meno del 15% dei posti alla minoranza orlandiana e solo il 5% a quella di Emiliano". Insomma, è cominciata ufficialmente nel Pd la 'disfida delle liste elettorali'. Prima o poi tutti i nodi, e anche le promesse, vengono al pettine, scrive La Verità. Infatti le percentuali non sono affatto piaciute ai diretti interessati che si aspettavano rispettivamente almeno un venti e un nove per cento dei posti in lista disponibili. "Così non ci siamo proprio, bisogna approfondire e ragionare ma anche capire quale 'spin' dare alle liste" trapela dagli orlandiani.

Insomma, non c'è più molto tempo e sotto Natale nessuno al Nazareno andrà in ferie tranquillo perchè la Direzione Pd dove si potrebbero varare ufficialmente le liste sarà entro fine gennaio, il 25 o il 26 le date che trapelano ufficiosamente. "Se si da troppo spazio al Giglio magico poi si rischia di restringere troppo il campo e prendere pochi voti" fanno notare non senza una vena di perfidia dalla minoranza. Perchè "sono tutti d'accordo nel candidare i vari Cristoforetti e Burioni ma poi i voti chi li porta?" Anche dalle parti di Emiliano sono in molti a sperare che Matteo Renzi capisca che per attrarre voti bisogna spostare l'asse del partito più a sinistra anzichè verso il centro. In tal modo si potrebbero scegliere delle candidature di diverso profilo.

Ma i problemi sono anche altri, continua La Verità. Perchè dopo gli addii di Alfano e Pisapia e la rottura con Grasso il partito di Matteo Renzi si trova in grandi difficoltà; stando agli ultimi sondaggi la soglia del 20% si starebbe avvicinando pericolosamente e questo, oltre ad un'innegabile sconfitta politica, significherebbe anche una drastica riduzione dei seggi provenienti dai collegi uninominali. Per questo, nella segreteria dem, con lo spettro del fallimento che aleggia nelle stanze del Nazareno, si continua sottotraccia a lavorare anche per cercare di gettare un ponte verso Liberi e Uguali e per ricucire gli strappi con Bersani e D'Alema, impresa difficile ma, forse, non del tutto impossibile; basterebbe trovare il 'mediatore' giusto che di certo non potrebbe essere Piero Fassino visto gli scarsi risultati ottenuti.

L'ultima speranza del giglio magico, l'asso nella manica da giocare all'ultimo secondo, potrebbe essere ancora una volta Giorgio Napolitano e, stando a diverse indiscrezioni, Orlando e Franceschini sarebbero intenzionati a premere su Matteo Renzi perché sia proprio lui a cercare la mediazione del Presidente emerito della Repubblica.

Da parte sua, però, il segretario dem ha più di qualche perplessità verso un possibile intervento di Re Giorgio; sono in molti a ritenere, infatti, che dietro alla scelta del Presidente del Senato Pietro Grasso di scendere in campo con Liberi e Uguali possa esserci stata proprio la sua mano. E sono in molti ad aver notato l'assordante silenzio del Presidente Emerito sulle vicende che hanno investito il Pd negli ultimi tempi: a differenza degli altri 'padri nobili' non c'è stato alcun appello a favore dell'unità del centrosinistra.

La paura del toscano è che ora "anche tra i 'padri nobili' qualcuno cominci a pensare che per 'salvare' il Pd e l'intera sinistra, sia meglio lasciare Renzi al proprio destino". Anzichè aiutarlo.

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