Palazzi & potere
Il Centrodestra vuole riprendersi Roma e il Lazio: ecco come. Retroscena
Sondaggio riservatissimo lancia la corsa per Regione e Comune. Due donne in pole: Bongiorno e Colosimo
Sono giorni che Nicola Zingaretti ragiona, si dice con alcuni collaboratori super fidati, circa un’idea su cui spingono il gruppo del Pd che gli è più vicino: lasciare la Pisana e puntare dritto al governo per avere voce in capitolo in prima persona sui 200 miliardi del Recovery Fund. Sul fronte opposto, rivela Italia Oggi in un informatissimo retroscena, il centrodestra capisce che è arrivato il momento di prepararsi a una doppia battaglia: Comune e, forse, anche la Regione. Per ora non c’è nessuna decisione e dunque nessuna candidatura ufficiale, ma un sondaggio riservatissimo (da lunedì è sulla scrivania dei "generali" del centrodestra) dà un’indicazione chiarissima: c’è Giulia Buongiorno per la scalata al Campidoglio e c’è Chiara Colosimo per la sfida alla Pisana. Due donne per tentare di riprendersi Roma e il Lazio. Della Bongiorno si sa molto anche fuori dai confini della regione. Perché ad appena 27 anni è stata l’avvocato di Giulio Andreotti nel processo di mafia e perché dal 2006 a oggi è stata una politica di primo piano fino ad arrivare nel penultimo governo a ricoprire la carica di ministro della Pubblica amministrazione. Di Chiara Colosimo si sa meno. E il sondaggio che dà l’esponente di Fratelli d’Italia (e vero braccio destro di Giorgia Meloni nel Lazio) in vantaggio sul leghista Claudio Durigon è stata una sorpresa per i vertici del centrodestra. Colosimo, 35 anni, ma già al secondo mandato in regione conosce la macchina della Pisana in ogni dettaglio. Ma non basta. Figlia di un radiologo del Gemelli di fama mondiale e di una macrobiologa ha ereditato la passione per il tema della sanità e della disabilità. Il centrosinistra, invece, al momento sembra stretto all'angolo. Alla Pisana i consiglieri di maggioranza frenano decisi: Zingaretti resta qui, se lascia perdiamo. E al comune? Anche qui un sondaggio fa pensare: Carlo Calenda (che i soliti bene informati giurano abbia già deciso di correre per il Campidoglio anche senza l’appoggio di Zingaretti) è il volto più apprezzato anche dagli elettori Dem. E almeno per ora dopo i no di Enrico Letta di David Sassoli e del capo della polizia Franco Gabrielli, alternative all'orizzonte non se ne vedono. Il rischio per Calenda semmai è un altro: quello di "bruciarsi". Sono in molti infatti dalle parti di Italia viva così come tra gli uomini più vicini all'ex ministro del Mise a sospettarlo: il Pd in questa fase sta solamente facendo melina in attesa di trovare un accordo con il M5S, attraverso un passo indietro di Virginia Raggi. Con tanti cari saluti a Carlo Calenda. Insomma, sul fronte delle comunali si fa strada un dialogo sempre più forte fra Pd e 5 Stelle. L’uscita di scena dell’Appendino a Torino ha portato a notevoli passi in avanti fra i due partiti, pure sotto la Mole. Vanno bene i contatti a Bologna, Milano e Napoli, dove circola insistentemente il nome del Presidente della Camera Roberto Fico. Solo Roma è bloccata, per l’ostinazione della Raggi a volersi candidare. La Raggi – a taccuini spenti – è criticata da tutti i leader grillini, ad esclusione di Di Battista. Ma nessuno dei leader grillini ha ora la forza di chiedergli il fatidico "passo indietro". Ma ora la novità è rappresentata dalle parole di Andrea Romano, autorevole portavoce di Base Riformista, una delle correnti più importanti del Pd. Romano ha subito detto che Base Riformista non appoggia Calenda e poi ha lanciato un vero e proprio percorso istituzionale. “Roma ha bisogno di nuovi poteri anche costituzionali. Vediamoli nella maggioranza di governo e poi all’interno di questo perimetro scegliamo anche il candidato sindaco” ha detto in sintesi il deputato Pd. Appello subito raccolto dai grillini, che però per ora restano coperti. Ma soprattutto una strada che taglierebbe fuori Carlo Calenda, che con la sua Azione è all’opposizione del Governo Conte. “Ma vi pare possibile che Roma, con tutti i problemi che ha, corre il rischio di avere anche un sindaco contro Conte e l’Esecutivo?”, confida un autorevole parlamentare Pd.