Palazzi & potere
Il Codice Appalti è tutto fumo; parole, parole, parole

PAROLE, PAROLE, PAROLE Peccato, però, che, come diceva nell’età classica Pindaro, “l’unico vero giudice della verità è il tempo”. Ecco: tempo e verità non sono stati clementi con il nostro Governo. Il motivo? Presto detto: da aprile, mese dell’approvazione con giubilo del Codice Appalti, è ancora tutto fermo. A
parte il fumo, insomma, non c’è nulla. E dire, però, che sono passati ben sette mesi, sette mesi di nulla e poco più. LaNotizia, riprendendo i dati di Palazzo Chigi sul programma di Governo, ha contato quanti decreti attuativi occorrerebbero per rendere realmente operativo il Codice Appalti: ben trenta. Domanda: a distanza, come detto, di sette mesi, quanti ne saranno stati approvati? Due. Soltanto due. Il primo, il 17 giugno, riguardante la mera “approvazione delle tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione”. Il secondo, invece,è stato approvato prima della pausa ferragostana e riguarda la “compo
sizione e modalità di funzionamento della Cabina di regia”. Parliamo, in pratica, della Cabina che dovrà monitorare tutto ciò che concerne il Codice stesso e l’avanzamento dei lavori. Un ruolo centrale, insomma. Peccato ci siano voluti cinque mesi per stabilire che la Cabina sarà formata dai rappresentanti di Regioni, ministero Infrastrutture, dell’Economia, dell’Anac e della Consip.