Palazzi & potere
KLAUS DAVI: CLAMOROSO ERRORE DEFINIRE GILETTI DI DESTRA
Il massmediologo incassa il sostegno del procuratore Cafiero De Raho
“Giletti uomo di destra? Penso sia un clamoroso errore di valutazione. Ma chiudendo L’Arena un uomo con consensi televisivi che oserei definire ‘santoriani’ è stato quasi regalato, suo malgrado, a una parte politica quella ascrivibile al cosiddetto populismo. Posso assicurare che non è cosi e che lui ha pagato proprio perché non ha etichette”. Lo ha detto Klaus Davi ad Affari Italiani. La prova ? All’Arena abbiamo dato spazio ai diritti civili quando eravamo lontanissimi da una legge, parliamo del 2006.
Ha sentito Giletti?
Ci sentiamo quasi quotidianamente, penso che non abbia sbagliato una mossa nel suo percorso.
Non gli conveniva restare in Rai ?
A mio personale avviso la proposta di Orfeo era buona, ma avrebbe tagliato fuori un peso massimo da una campagna elettorale, impedendogli di dare voce a 4 milioni di italiani. La scelta della Rai era assolutamente legittima ma obiettivamente molto limitativa per Massimo e soprattutto punitiva per il suo pubblico.
Lei lo seguirà a La 7?
Ci siamo parlati più volte, sarebbe una bellissima opportunità professionale. Ho fatto già due anni con Gianluigi Paragone, un uomo libero e anticonformista, e ho trovato professionalità altissime. Urbano Cairo lo conosco dai primi anni ‘90.
Indiscrezioni sul programma?
Non so granché. Penso che Massimo non farà solo il talk ma sperimenterà altre cose e darà spazio alle inchieste.
Come prosegue il suo impegno contro la ‘Ndrangheta?
Domenica prossima sarà un momento molto delicato. Inaugureremo a Gioia Tauro, il porto di ingresso della coca in Europa, una via a una vittima della mafia ucciso perché omosessuale, il commerciante Ferdinando Caristena. Una scelta forte in una città dove il dominio della mafia è pressoché totale.
Ha incassato il sostegno di Cafiero de Raho, probabile prossimo procuratore nazionale antimafia. Non è frequente che un importante magistrato si schieri pubblicamente a fianco del lavoro di un giornalista.
E questo è un grande riconoscimento per un lavoro che sto svolgendo con passione e non senza rischi. La cosa mi responsabilizza molto, perché avere l’attenzione di un uomo di Stato così autorevole funge da fortissima motivazione e stimolo.
Si dice che lo abbia fatto anche perché preoccupato della sua esposizione contro i clan…
Non lo so, stanno indagando. So che vengo costantemente richiamato dal questore, Raffaele Grassi, già capo dello Sco e ora a Reggio, perché secondo lui mi sto esponendo troppo.
Grassi è uno dei più preparati poliziotti italiani…
Guardi, per fare certe cose ci vuole incoscienza altrimenti si sta a casa. Se la vuole sapere tutta, io non ho paura della morte. So perfettamente che ad Archi, a Gioia, ma anche dove vivo a Milano, un ‘colpo’ può partire come niente. Ma non ho scelto una vita borghese. Non credo che ci si possa occupare di certi temi ‘tenendo famiglia’. Leggo le carte dei tribunali perché sono spesso grandi romanzi popolari, ma poi voglio guardare la ‘Ndrangheta in faccia e non fare l’ermeneuta delle intercettazioni.
Qualcuno ha detto che i blogger sono giornalisti di serie C…
Tutto nasce da uno speciale che mi ha dedicato il giornale ‘Ossigeno per l’informazione’ (https://notiziario.ossigeno.info/2017/08/gli-speciali-di-ossigeno-klaus-davi-86617/), un medium molto autorevole che si dedica ai giornalisti minacciati. I prodotti sono tutti criticabili, ma vorrei ricordare che è stata proprio una blogger, Daphne Galizia, a saltare in aria qualche settimana fa e forse proprio per mano della ‘Ndrangheta. Credo che certe distinzioni siano obsolete. E la mafia pare essersene accorta, purtroppo.