Palazzi & potere
La cyber security? Arriva in Parlamento con Palmieri e Giacomelli
Non solo Carrai. In attesa che la governance italiana della sicurezza cibernetica definisca le strategie di lungo periodo per la difesa del Paese, la Camera dei deputati diventa protagonista del dibattito sulla cyber security. Giovedì prossimo, l'aula Aldo Moro di palazzo Montecitorio ospiterà l'evento dal titolo “Don't hack the future – Innovazione e sicurezza: una sfida per la politica”. Il seminario è organizzato dall'Intergruppo parlamentare per l'innovazione, in collaborazione con l'agenzia di stampa Cyber Affairs e con il supporto tecnico di Ibm Italia. L'evento è stato promosso da Antonio Palmieri, tra i fondatori dell'Intergruppo ed estremamente attento alle tematiche legate alla cyber security. Ci saranno due ospiti di eccezione: la professoressa Nazli Choucri del Massachusetts Institute of Technology (Mit), autrice del best seller “Cyberpolitics in international relations”, che svolgerà il keynote speech, e il sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli, che invece concluderà i lavori. Introdotti dal vice presidente della Camera Simone Baldelli, parteciperanno al Cyber Talk, tra gli altri, il deputato Paolo Coppola ed esperti del settore come il security leader di Ibm Italia Francesco Teodonno, l'advisor Nato e managing partner di Intellium Group Andrea Rigoni e i professori Umberto Gori e Maurizio Mensi. Il direttore responsabile di Cyber Affairs Michele Pierri modererà il dibattito tra gli esperti e i rappresentanti delle aziende che parteciperanno al secondo panel, tra cui Luca Simonelli, regional VP sales open DNS di Cisco Systems, Sabina Caporusso, responsabile cyber security di Bv-Tech, e Pietro Caruso, regional sales manager di Palo Alto Networks.
Al centro del dibattito ci sarà la sfida politica legata al difficile rapporto tra innovazione e sicurezza, entrambi elementi prioritari per l'intero sistema-Paese. Il tema resta, infatti, particolarmente rilevante per la difesa tanto del settore pubblico quanto di quello privato. Un simile confronto appare, oggi più che mai, necessario, visto il gap esistente tra la rilevanza della questione e la consapevolezza delle stessa. Il superamento di tale distanza rappresenta così un elemento prioritario per riuscire a potenziare l'architettura della difesa informatica del Paese. Una cultura della sicurezza, più volte ribadita dallo stesso ministro Pinotti, che non può non includere anche un dominio che entra in modo pervasivo, e ormai irrinunciabile, nella vita quotidiana dei cittadini. In una società sempre più interconnessa e digitale, il tema della sicurezza resta centrale, e non può che richiedere una coordinazione tra i suoi elementi costitutivi, come la sicurezza dei dati, delle transazioni, delle comunicazioni, e delle infrastrutture strategiche. Il tutto, è utile ribadirlo, passa per un maggiore coordinamento tra il settore pubblico e quello privato, e per la diffusa consapevolezza della minaccia.
Senza strategie condivise, capacità di dialogo, scambio di informazioni, e punti di confronto, il cyberspazio nazionale resterà terreno fertile per le cattive intenzioni dei criminali informatici. In quest'ottica, l'evento del prossimo giovedì cercherà di offrire un'autorevole piattaforma di contatto tra i molteplici operatori dello spazio cibernetico, e di fornire spunti di riflessione per il rafforzamento di una cultura della cyber sicurezza che è imprescindibile per la sostenibilità e la competitività del sistema-Paese. Aspettando sempre di capire cosa sarà delle scelte di Palazzo Chigi (Carrai sì o no?)
Stefano Pioppi