Palazzi & potere
Napolitano? Quando si apriranno gli archivi...
«Soltanto quando apriranno gli archivi, sapremo come è andata davvero nel 2011. Ma credo che Giorgio Napolitano sarà giudicato negativamente dagli storici». Giulio Sapelli, storico ed economista, è sempre stato un feroce critico della stagione dei tecnici, in particolare del ruolo attivo avuto dall'allora presidente della Repubblica nel nominare Mario Monti al posto di Silvio Berlusconi, «senza un voto di sfiducia del Parlamento». Nel 2012, scrive Linkiesta, pubblicò fra l'altro un pamphlet intitolato L'inverno di Monti. Cinque anni dopo il cambio alla guida del governo sotto la pressione dei mercati, Sapelli non ha cambiato idea. Rispondendo a Linkiesta ha detto di essere convinto che la caduta di Berlusconi sia stata solo l'atto finale di una ventennale stagione politica, in cui lo stesso leader di Forza Italia ha però fatto degli errori: «Non è stato un politico ed è rimasto vittima di questo paradosso. Lui e il ministro Tremonti, che ritengo fosse il vero avversario dell'Europa, avrebbero dovuto alzare la voce». Secondo Sapelli, l'Italia resta storicamente «un paese a sovranità limitata», ed è per questo che ritiene che anche un voto negativo al referendum costituzionale non darà particolari scossoni al sistema. Però il professore dell'università statale di Milano non vede altro sbocco dopo il 4 dicembre: «Comunque vada, bisogna tornare finalmente a votare. E vinca chi deve vincere».
Professore, torniamo a quel 2011. Lei non ha mai cambiato idea.
"È stato fatto allora un atto gravissimo, che ha creato un vulnus nella storia costituzionale europea: hanno fatto dimettere un Governo, senza che fosse sfiduciato dal Parlamento. In altri paesi, non in Italia, il presidente della Repubblica sarebbe finito sotto impeachment".