Nomina al Cyber crime
Carrai a bagno maria Renzi ancora indeciso.
Continua il duro braccio di ferro sulla nomina di Marco Carrai alla guida di una struttura apposita contro la criminalità informatica. Il premier Matteo Renzi aspetta che si plachino le polemiche per piazzare nel cuore dello Stato l’amico di una vita, ma allo stesso tempo non vuole scatenare una guerra con i servizi segreti e con il suo sottosegretario Marco Minniti, gelosi delle proprie competenze e dei propri budget milionari. E sulla carriera pubblica dell’imprenditore e brasseur d’affaires fiorentino pesa anche il fatto di non aver conseguito una laurea.
Al momento, le ipotesi più probabili sul campo sono due. La prima prevede appunto la “giubilazione” preventiva dell’uomo che affittava casa a Renzi, con però il suo rientro dalla finestra come fornitore della nuova struttura. In pratica, una sorta di compensazione economica. E’ noto, infatti, che Carrai ha una società che si occupa proprio di sicurezza informatica. La seconda ipotesi prevede l’ottenimento della tanto sospirata nomina, ma a questo punto senza le cosiddette “garanzie funzionali” di agente segreto. C’è poi un ulteriore aspetto che finora è restato sullo sfondo, ma che non è per nulla banale. La legge, scrive ferrini sulla notizia, prevede che per assumere incarichi dirigenziali pubblici sia necessario un adeguato curriculum universitario, ovvero la laurea. Ma Carrai, 38 anni, ufficialmente risulta ancora perito, anche se non è da escludere che in questi ultimi tempi si sia laureato da qualche parte. Se fosse nominato ai vertici di un’agenzia pubblica, dei servizi o meno, il suo semplice diploma di scuole superiori potrebbe far scattare una censura della Corte dei Conti. Per Renzi sarebbe decisamente imbarazzante.