PD VS GRILLINI, GARA A CHI E’ PIU RIDICOLO SULLA GIUSTIZIA
Conservateli i giornali di questi giorni sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm verso il sindaco di Roma Virginia Raggi.
I grillini (che l’altro giorno in Aula, alla Camera, chiedevano l’impiccagione per i reati contro la Pubblica Amministrazione, come se non bastasse loro la già surreale equiparazione della corruzione ai reati di mafia) si sono improvvisamente trasformati in avvocaticchi lesti a distinguere i capi di imputazione. Accuse non gravi – hanno detto – e quindi una richiesta di rinvio a giudizio, che per un avversario sarebbe stato motivo di lapidazione, per la Raggi è diventato un motivo di encomio.
A parti invertite, sono risultati anche più comici pure quelli del Pd. Le dichiarazioni e le interviste sono tutte volte a predicare garantismo (“noi sì, mica siamo come i grillini…”), ma il giorno prima in Aula, come per tutta questa legislatura, il partito di maggioranza ha approvato norme che danno alla magistratura ancora più margini di discrezionalità.
Proprio lui, Renzi e il suo partito: quello che faceva il garantista alla Leopolda. Convergente – in questo caso – con la sinistra interna al Pd del ministro Orlando (inspiegabilmente elogiato da alcuni “garantisti”), e pure con la sinistra-sinistra fuoriuscita dal Pd renziano. Tutti insieme appassionatamente per dire che, per un numero enorme di reati, prima si sequestra il patrimonio del malcapitato, e poi (solo poi, con calma…) gli si fa il processo.
Cronache dal nostro piccolo Venezuela…
Daniele Capezzone
@capezzone