Grillo e Grasso pronti al governo nel 2018. E De Benedetti scarica Renzi
Politica: i poteri forti deboli con M5s in vista di un futuro governo Grillo-Liberi e Uguali
Il Bersani tentatore non smette di dialogare con i 5 Stelle: «Io sono ancora quello dello streaming, questo dico a M5s. Ho le mie idee e le propongo con umiltà. Se sarà possibile discutere è perché saranno cambiati loro, e sarebbe un bene per la democrazia italiana», ha detto di recente a Porta a Porta. Insomma, il fondatore principe assieme a Massimo D'Alema di Liberi e Uguali (Leu) non molla la presa. D'altra parte, scrive Italia Oggi, la pazienza è la virtù dei forti e prima o poi i grillini dalle sue parti dovranno passare, qualunque sia il risultato elettorale. A meno che i pentastellati non superino da soli il 40% dei consensi elettorali. Ma per ora è pura utopia.
A poco valgono le precisazioni e le smentite di prammatica da parte di Luigi di Maio se poi si è costretti comunque ad affermare che «il nostro obiettivo è avere i numeri per formare il nostro governo. Se il giorno dopo le elezioni i numeri non saranno sufficienti, allora ci rivolgeremo a tutte le forze politiche (in piena trasparenza) seguendo le prassi costituzionali». Quindi Pier Luigi Bersani - a L'Intervista di Maria Latella su Sky Tg24 - con la sua mano tesa esce dalla porta ma rientra tutto intero dalla finestra.
Insomma, l'ipotesi di un possibile progetto politico di Governo 5 Stelle con l'appoggio (esterno o meno) di Liberi e Uguali rimane in piedi, eccome. Il segnale d'altra parte è stato subito colto da Giuliano Pisapia che ha abbandonato il Pd a monarchia renziana come del resto ha fatto anche Angelino Alfano, pronto comunque alla bisogna per future esigenze di sistema.
Lo stesso Carlo De Benedetti nella sua recente intervista al Corriere della Sera (poche ore prima che Giuliano Pisapia e Angelino Alfano gettassero definitivamente la spugna; solo un caso?) pur togliendosi macigni dalle scarpe non ha però posto alcun veto al nuovo, possibile, progetto politico di un Governo 5 Stelle con l'appoggio di Liberi e Uguali. Scaricato Matteo Renzi, reo di aver sollevato il vespaio sulle banche che e di aver attaccato Tito Boeri e il suo progetto sulle pensioni. Scaricato persino l'amico di una vita Eugenio Scalfari, ormai fuori da ogni disegno e progetto futuro, colpevole, agli occhi di Carlo De Benedetti di vanità e di endorsement persino al nemico Silvio Berlusconi. Con giudizi sferzanti sul pensionato Berlusconi (le pensioni sono proprio una idea fissa) e una carezza a Paolo Gentiloni e Marco Minniti nell'ottica del nonsisammai, Carlo De Benedetti non ha però posto veti di sorta sui tanti scenari governativi futuri in cui ci si dibatte in questi giorni.
Uno su tutti: 5 Stelle-Liberi e Uguali, ipotesi che potrebbe prevedere, tra l'altro, la chiusura dell'Inps attraverso il ricalcolo e la riduzione di tutte le pensioni e l'eliminazione dei vitalizi dei parlamentari; la cosa non sarebbe più solo una idea ma potrebbe diventare un punto più o meno palese del programma di Governo. Il progetto illustrato a suo tempo sulla Voce.info prevede risparmi sulle pensioni di circa 45 miliardi in dieci anni. Di 43.5 miliardi sarebbero tagliate le pensioni dei lavoratori privati e pubblici e di 1.5 miliardi i vitalizi dei parlamentari e dei Consiglieri regionali.
La riorganizzazione spezzatino appena varata dall'Inps, continua Italia Oggi, e il successivo progetto Visit Inps, finanziato con i contributi di banche ed assicurazioni (su tutte, Unicredit e Generali) favorirebbe la liquidazione del moloch previdenziale che cambierebbe anche nome con il medesimo acronimo da Istituto della Previdenza ad Istituto della Protezione Sociale Italiana.
La Cgil non farebbe barricate perché a essere colpite sarebbero le pensioni del ceto medio e l'introduzione del reddito di cittadinanza vedrebbe a braccetto Beppe Grillo e Susanna Camusso, il Di Maio Premier e un nutrito gruppo di indipendenti di sinistra, «benedetti da Carlo» e da Bersani con D'Alema felice di aver organizzato la rottamazione del Renzi da Rignano.
Sarà stato proprio per questo motivo che Matteo Renzi sognava di mandare via il prima possibile Boeri dall'Inps? Chissà. Ma poi il commissariamento di Boeri è stato rinviato sine die da un incerto Gentiloni subito dopo l'ormai famosa intervista rilasciata da De Benedetti.