Palazzi & potere

Poltronissima Palazzo Chigi, via al totonomi: Amato, Minniti, Delrio, Boschi..

Oggi, finita la fase del nome indicato sulla scheda elettorale, la corsa per Palazzo Chigi somiglia a quella per il Quirinale: il candidato viene selezionato sulla base dei suoi appoggi istituzionali e sulla trasversalità, il consenso che arriva fuori dal partito di appartenenza scrive L'Espresso.


Ecco perché torna a girare il nome di Giuliano Amato: bocciato nel 2015 da Renzi per il Quirinale perché portato da Berlusconi e da Massimo D' Alema, potrebbe tornare utile per Palazzo Chigi.

Per Marco Minniti, per esempio, il Viminale è stato il coronamento di una carriera politica, come fu per Francesco Cossiga, che dell' attuale ministro dell' Interno è stato amico. Minniti non vive una stagione di tramonto, anzi, è in continua ascesa.

Delrio, nel governo Gentiloni, rappresenta il renziano di rito ulivista.

Un altro candidato in pectore, il ministro della Cultura Dario Franceschini, pensa di andare oltre e già da tempo manda segnali nel campo berlusconiano.

La sottosegretaria Maria Elena Boschi ha lavorato in questi mesi sottotraccia per rafforzare il suo potere nei ministeri e nel circuito dell' alta dirigenza statale, il club esclusivo dei commis di Stato che sorvegliano, promuovono o ostacolano le carriere dei politici.