Referendum, la ridicola legge "anti-sondaggi" - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Referendum, la ridicola legge "anti-sondaggi"

L'Original board è ancora in vantaggio di alcuni punti sul New board. San Norberto sembra ancora più amato dai fedeli di San Simplicio. Tutto chiaro? No? Nel primo caso si tratta di joint venture tra gruppi automobilistici, chiaramente indicati per nome, ma chissà se le informazioni diffuse siano del tutto casuali a meno di una settimana dal voto nel referendum costituzionale.

Qualche anno fa si parlava invece, sempre sugli stessi media, dell'inseguimento disperato dell'indomito arcivescovo di Monza sul bonario cardinale di Piacenza, anche se era stato sottovalutato lo spassoso camerlengo di Genova e forse sopravvalutato il sobrio arcivescovo di Milano già nunzio apostolico a Bruxelles. Si trattava di un misterioso conclave, come è chiaro a tutti.

Tutto questo è molto divertente, come sono divertenti le battute sarcastiche, la satira clandestina, l'ironia a mezza bocca, più sussurrata che urlata, con cui il popolo, nei regimi totalitari e autoritari prende di mira il potere, l'autorità costituita.

Ma siamo seri. L'Italia, con tutti i suoi problemi e difetti, è un paese europeo, una democrazia con tutti le carte in regola per essere trattata da 'adulta'.

I cittadini italiani, o almeno quei cittadini che sono interessati, hanno tutto il diritto di essere informati sui sondaggi in merito agli orientamenti di voto, che invece, a causa di una stupida norma di legge, l'art. 8 della legge 28/2000, possono essere effettuati ma non possono essere pubblicamente diffusi, e quindi restano a disposizione di ricchi e privati committenti. Fatta la legge (stupida) trovato l'inganno. Il popolo nei quindici giorni antecedenti al voto puó informarsi su molti media online, ma attraverso i sondaggi "clandestini", che poi di clandestino hanno solo i nomignoli affibiati al NO e al SI, divenendo semmai ridicoli. 

Non è scritto in Costituzione, non è scolpito nella pietra, è solo scritto, appunto, in una legge. Si dice che la diffusione dei sondaggi non sarebbe strumento di informazione ma di influenza indebita su un elettorato influenzabile. Ma allora perché la propaganda elettorale è invece consentita fino alla 'pausa di riflessione' del sabato, con libera possibilità di fare propaganda anche del tipo più bieco e menzognero? E perché uno strumento di informazione - che, tra l'altro, si è anche pienamente liberi di ignorare - dovrebbe influenzare, 'propagandare' più della stessa propaganda? E quelli che hanno introdotto questa norma, e tutti coloro che seguitano a mantenerla da più di un quindicennio, si considerano davvero tanto più intelligenti e meno influenzabili dell'insieme dei loro concittadini?

Eliminiamo una volta per tutte una norma tanto più cretina, quanto maggiore è la presunzione e supponenza paternalistica di chi l'ha voluta e di chi si ostina a mantenerla. Togliamo di mezzo una bizzarria (una in più) che ci rende ridicoli agli occhi di coloro con cui pretendiamo sempre di paragonarci, l'Europa intera e il mondo sviluppato. Libertà di sondaggi, libertà di informazione.  

Andrea Bernaudo