Referendum, opportuno l'intervento del Capo dello Stato
Ad Affaritaliani parla il Sen. Lucio Romano, Democrazia Solidale
Mancano ormai pochi giorni al voto, che bilancio fai della campagna elettorale?
Il bilancio è positivo. Abbiamo incontrato tantissime persone, cittadini desiderosi di sapere e di entrare nei contenuti della riforma, chiamati ad esprimersi su tematiche che devono interessare tutti, al di là dell’appartenenza. Abbiamo parlato di Costituzione e non di altro. Purtroppo devo rilevare, con rammarico, che la posizione del No, nella stragrande prevalenza dei casi, non ha contribuito a favorire un confronto costruttivo nel merito, ricorrendo poi frequentemente ad una comunicazione, veicolata soprattutto tramite i social, caratterizzata da considerazioni con poche argomentazioni e non pertinenti il tema. Questo ha oscurato anche alcune stimolanti considerazioni che, a favore del No, sono andate disperse.
I toni della campagna elettorale a volte sembrano eccessivi e il capo dello Stato ha più volte invitato alla moderazione dei toni. Tu cosa pensi in merito?
Molti hanno interpretato, fuorviando la partecipazione dei cittadini, il referendum confermativo come una campagna elettorale contro il governo o contro il Presidente del Consiglio, contro questa o quella legge. Con un linguaggio spesso corrosivo nonché allo scopo di delegittimare una consapevole partecipazione. Dico, con grande soddisfazione, che l’intervento del Presidente della Repubblica, saggio e lungimirante, è stato del tutto opportuno. Far rientrare il dibattito nei binari del dialogo è indispensabile per una sana democrazia. Solo attraverso la ragione e la moderazione, che nulla tolgono a robuste e civili argomentazioni, si fa un servizio leale e corretto per la politica e la comunità.
Cosa ci si deve aspettare in questi ultimi giorni di campagna elettorale?
Il mio auspicio è che i tanti ancora indecisi possano maturare un proprio convincimento, secondo ragione. È questa una occasione privilegiata in cui, grazie al referendum, ogni cittadino partecipa direttamente alla modifica della seconda parte della Costituzione, richiesta da fin troppi anni. Direi che ogni cittadino diventa cittadino costituente.
Dopo il voto, comunque finisca, cosa bisognerà fare per rilanciare il paese?
Proseguire il percorso già avviato di innovazione e riforme, in uno scenario europeo che richiede stabilità e credibilità. Altrimenti significherebbe ritornare nel passato.