Palazzi & potere

Vaticano, porte chiuse a Matteo Salvini: svelato perchè. Retroscena clamoroso

Vaticano, porte chiuse a Matteo Salvini

Adesso è guerra aperta. Contro Papa Francesco il leader leghista ha deciso di imbracciare il "mitra" e di andare allo scontro, visto che non riesce a ottenere neppure il minimo cenno di attenzione dalla Santa Sede, in cui in realtà Matteo Salvini sperava tanto per coronare la rincorsa al voto cattolico. Domenica 5 maggio segna però la rottura del filo diplomatico che pure era stato tessuto da Giancarlo Giorgetti con esponenti influenti della Segreteria di Stato vaticana.

Proprio la foto di Salvini con il mitra ha però fatto sobbalzare più di un consigliere di Bergoglio, da padre Spadaro al Prefetto per la Comunicazione Paolo Ruffini al direttore dell'Osservatore Romano, Andrea Monda. E il filo del dialogo Lega-Vaticano è stato bruscamente interrotto. Per questo ieri al Papa che rivolgeva dall'aereo che lo portava a Sofia l'ennesimo appello per un'Europa aperta e accogliente pro-migranti, Salvini ha risposto con una frase inopinatamente dura: "Nemmeno se me lo chiede Padre Pio". Il Papa aveva detto: "Non bisogna chiudere il cuore a chi bussa ai confini".

Le parole anti-Bergoglio di Salvini, rivela un dettagliatissimo retroscena di Dagospia, hanno risuonato nei Sacri Palazzi provocando il terremoto definitivo. Il Papa in Bulgaria, oggi in visita a Sofia proprio in un centro profughi, ha subito rincarato la dose parlando di "migranti croce dell'umanità, una croce che tanta gente soffre". D'altronde che si finisse al muro contro muro era ormai inevitabile. Il vicepremier leghista aveva chiesto un gesto tangibile di attenzione.

Memore di quanto avvenuto il 18 giugno scorso quando, da poche settimane al Viminale, Salvini annunciò un incontro con Papa Francesco che poi non avvenne, dopo quasi un anno da ministro dell'Interno ora contava nella possibilità di un incontro anche solo per ragioni istituzionali con Bergoglio con relativa stretta di mano. Sarebbe stato un ottimo colpo da campagna elettorale se fosse avvenuto nel mese di maggio.

Ma foto col mitra, decreto sicurezza, legge sulla legittima difesa avversa al Catechismo, proposte irricevibili per la Chiesa come castrazione chimica e prostituzione legalizzata, hanno allontanato qualsiasi ipotesi di incontro anche solo fugace tra Salvini e il Papa. Eppure la "photo opportunity" con Francesco è stata concessa davvero a tanti, da Greta a Michael Moore oltre che a esponenti politici come Virginia Raggi e Giuseppe Conte, Emma Bonino e pure Mario Adinolfi, addirittura accolto sul sagrato di San Pietro con bandiere e striscioni del suo Popolo della Famiglia, considerato in Vaticano un antidoto proprio al voto cattolico alla Lega.

Tutti sono passati al cospetto del Papa, continua Dagospia, persino Gigino Di Maio che proprio nei giorni del giugno 2018 in cui al vicepremier leghista venne negata la stretta di mano, poté salutare il Pontefice. Tutti ma Salvini no.