Politica
"Pass, Draghi ha escluso l'estensione". Salvini e l'intesa nella Lega. Inside
La strategia della Lega in Aula su Green Pass e vaccini
"Ne ho parlato con il presidente Draghi, non risulta nessuna estensione di Green pass a tutti i lavoratori del pubblico e del privato, a differenza di quello che ho letto su qualche giornale. Quindi, questo mi conforta". Matteo Salvini parla a margine della visita al Salone del Mobile alla Fiera di Rho e si dice soddisfatto per quanto sta facendo il governo mentre alla Camera prosegue l'esame del primo Decreto Green Pass. Per quanto riguarda il Parlamento, "ho appena sentito il nostro capogruppo, mi sto confrontando non con altri ma con il presidente Draghi. Il nostro obiettivo è mettere in sicurezza più italiani possibile. Più di 40 milioni sono già vaccinati. L'obiettivo è offrire tamponi rapidi e gratuiti ai milioni di italiani che ancora non lo sono. Io penso che grazie al coraggio della Lega si arriverà a questo. Il governo sta cercando e trovando decine di milioni di euro per garantire tamponi gratuiti soprattutto a famiglie con dei minori. Se alzare i toni ci permette di ottenere dei risultati, allora stiamo facendo il nostro dovere".
La strategia del segretario della Lega, che non risponde a Enrico Letta ("Da oggi non intendo più rispondere a Letta, alle polemiche di Letta e ai suoi insulti"), sembra al momento portare i suoi frutti. La svolta nel Carroccio è avvenuta domenica quando Salvini si è riunito con Giancarlo Giorgetti e i suoi governatori e ha messo a punto le proposte su Covid, vaccino e Green Pass. In quella sede l'ex ministro dell'Interno ha messo da parte i toni più duri alla Borghi e Siri e ha ascoltato i consigli del suo ministro dello Sviluppo economico, di Fontana, Zaia e Fedriga. Da lì si è arrivati alla mediazione che ha portato alla trattativa diretta con il presidente del Consiglio (numerose le telefonate e i messaggi negli ultimi giorni) con la quale l'esecutivo non ha messo la fiducia sul Decreto Covid e la Lega ha ritirato i 900 emendamenti trasformandoli in molti casi in ordini del giorno. E' vero che la Lega ha votato in alcuni casi insieme a Fratelli d'Italia, ma Salvini lo aveva preannunciato al premier.
"900 emendamenti abbiamo presentato, non a caso, è esattamente il numero degli emendamenti che il M5S presentò sulla riforma Cartabia della Giustizia", quella che ha spazzato via il provvedimento tanto caro ai grillini e messo a punto dall'ex ministro Bonafede. In quell'occasione, ricordano da Via Bellerio, i pentastellati ritirarono gli emendamenti in cambio di un accordo con la Guardasigilli e il premier e, nonostante ciò, molti parlamentari non votarono né la fiducia né il provvedimento oppure, addirittura, decisero di bocciare la misura. "Se Draghi ha accettato quell'atteggiamento dal primo partito di maggioranza in Parlamento non può fare nulla oggi con la Lega sul Green Pass".
La mediazione in seno ai vertici della Lega è stata proprio quella di cancellare gli emendamenti, per accelerare il via libera finale in Aula, evitando così la fiducia da parte del governo per poi iniziare un fitto dialogo diretto con il presidente del Consiglio per evitare "derive" come l'estensione del Green Pass, smentita da Salvini, o perfino la vaccinazione obbligatoria per tutti. Dal punto di vista strategico, poi, la Lega sta cercando di rilanciare l'asse con Giorgia Meloni, rinsaldato a Cernobbio, in vista del voto per il Quirinale e delle Politiche ma senza lasciare a Fratelli d'Italia tutta la platea di chi protesta per le misure troppe rigide del governo. Insomma, chi pensa che quella di Salvini sia una strategia casuale si sbaglia di grosso e, almeno questa volta, dopo domenica e quella riunione via zoom, l'intesa con l'anima governista di Giorgetti e dei presidenti di Regione è totale.