Politica

Pd: capigruppo, segreteria, guerra e diritti. Schlein è già in affanno

di Paola Alagia

Tra le nomine dei capigruppo e la nuova segreteria, Schlein cerca di non scontentare nessuno ma nel Pd c'è già malumore

In sintesi, il messaggio di Borghi è nitido: “Schlein ha vinto le primarie su una piattaforma chiara, credo che sia scontato e naturale che lei porti avanti il suo programma, ma vittoria non significa automatica traduzione nei fatti di una linea di principio”.

Tutt’altro è, invece, il pensiero dominante nella cerchia di Schlein. Qui hanno subito bollato come “strumentali” le prese di posizione che si sono levate soprattutto dal fronte cattolico: “Punto numero uno: il Pd si è rivelato il partito dei diritti più della sinistra italiana già con la segreteria di Enrico Letta – osserva un deputato della maggioranza dem -. E punto numero due: qui stiamo discutendo solo e soltanto di diritti dei bambini, non scherziamo su queste cose”.

Ecco, appunto, come detto, quanto è distante l’applauso in piazza dal risultato politico. E, quindi, quanto è lungo il cammino che attende l’inquilina del Nazareno. Per dirla sempre con Borghi: “Bisognerà passare dalla fase delle declamazioni di principio a quella raziocinante della costruzione certosina delle proposte. Ecco tutto”. Che non è poca cosa…